LEI PARLA DI RAPPORTO SESSUALE CONSENSUALE MA I PM DI PIAZZALE CLODIO ISCRIVONO SUL REGISTRO DEGLI INDAGATI IL CITTADINO NORDAFRICANO CON L’ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE
Roma – E’ stato iscritto al registro degli indagati con l’accusa di violenza sessuale il giovane tunisino rintracciato ed ascoltato dalla polizia a seguito del ferimento avvenuto qualche giorno fa ai danni di una turista australiana. La giovane era stata ritrovata in via Villafranca, nei pressi della stazione Termini, nelle prime ore della mattina, dal portiere di un albergo in stato di shock e con evidenti emorragie provenienti dalla zona genitale. La ragazza era stata poi condotta al Policlinico Umberto I, dove ,sottoposta ad un intervento chirurgico le erano stati applicati diversi punti di sutura nelle zone genitali.
Nelle ore successive al ritrovamento, la polizia aveva visionato i filmati di sorveglianza, grazie alle numerose telecamere poste nel quartiere limitrofo alla stazione Termini, e dopo aver interrogato prima le amiche e poi la ragazza, aveva respinto l’ipotesi dello stupro. La vittima, infatti, aveva parlato di un “rapporto sessuale consensuale”.
I fatti raccontati prima dalle amiche della ragazza, che dicevano di aver conosciuto il giovane e di aver visto l’amica allontanarsi volontariamente, con lui, e poi la dichiarazione della vittima e del tunisino stesso non hanno convinto i pm di piazzale Clodio che coordinati dal procuratore aggiunto Maria Monteleone hanno deciso di iscrivere il cittadino nordafricano al registro degli indagati.
L’elemento fondamentale che ha cambiato le carte in tavola ed ha permesso di andare a fondo nella vicenda è la dichiarazione della psicologa, Pamela Bruni, che all’Umberto I ha assistito la ragazza. La stessa, ipotizza, che la giovane australiana abbia voluto nascondere le cose per la vergogna e per la difficoltà di trovarsi in un paese straniero. Forse la ventiduenne era consenziente, dichiara la psicologa, ma solo all’inizio. S’infittisce dunque il giallo di via Milazzo, che fa tornare a galla su tutte le donne della capitale l’incubo della più terribile delle violenze: lo stupro.
Lorena Lo Presti