Roma – Abbiamo incontrato colui che con molta probabilità è il più grande imitatore di Renato Zero, Stefano Magro, riconosciuta e apprezzata personalità artistica della Capitale. Stefano, che oltre all’attività per il quale è famoso gestisce anche un negozio di ottica all’Eur, ha partecipato all’edizione del 2 giugno di quest’anno di “Arte in strada”, la manifestazione artistico-culturale ideata da Alessandro Leone, ed ora si presta con grande disponibilità a rispondere alle nostre domande.
D: Allora Stefano, come mai proprio Renato Zero?
R: Per caso nel ’77, quando avevo 10 anni, ho visto una trasmissione, non ricordo quale, in cui lui cantava la canzone “Madame” e mi è rimasto fortemente impresso per la spettacolarità, quella tuta tutta colorata.
D: Come hai cominciato?
R: Ho iniziato per gioco, partecipando alle gare di canto al Life85, in via Trionfale, e poi ho continuato: ho trovato delle sarte che mi cucivano i vestiti, andavo a prendere le stoffe a Largo Argentina … mi dicevano tutti che ero uguale a lui, non sai quanta gente ancora oggi mi ferma per strada o si ferma per capire se sono Renato Zero. E comunque ho fatto di tutto, sono passato dalla strada agli alberghi al teatro, fino in televisione.
D: Per esempio?
R: Ho partecipato a “Re per una notte” con Gigi Sabani, “Faccia tosta” con Teo Teocoli, Demo Morselli, Jenny B, l’8 novembre con Bonolis “Avanti un altro” …
D: Lo hai mai incontrato Renato Zero?
R: Si varie volte, gli ho anche parlato. Nell’ 89 gli diedi anche una cassetta … sto ancora aspettando …
D: Ci sono dei locali, qui a Roma, dove ti esibisci spesso, dove è possibile sentirti cantare?
R: In passato ho lavorato per 8 anni in un locale nei pressi del Pantheon, ma ora lavoro solo su chiamata. Mi hanno anche chiesto di ritornare ma ho rifiutato, forse non lo voglio neanche più il “posto fisso”, preferisco girare.
D: Credi che continuerai a farlo ancora per molto?
R: Finchè riesco … mai mollare! Anche se ultimamente io e il mio impresario, che lavora anche per Bonolis, abbiamo un po’ rallentato perchè pagano di meno …
D: … quindi ti reputi un professionista?
R: Molto! Io sono un grande professionista. Io sono un rompiscatole, nel senso che devo provare, le luci, i costumi, ecc … Pensa che una volta mentre cantavo al Chicago Bull ho detto una parolaccia, sono stato rimproverato e me ne sono andato perchè non volevo farmi censurare. Ma infatti io sono l’unico, insieme ad un altro di Milano, che Renato apprezza, tutti gli altri suoi imitatori non li può vedere.
D: Allora continua così, e in bocca al lupo per tutti i tuoi spettacoli!
R: Grazie. Alessia Forgione