I sistemi olfattivi artificiali, comunemente chiamati nasi elettronici sono strumenti avveniristici istallati da metà dello scorso Luglio nelle telecamere di sicurezza di alcuni quartieri frequentati dalla movida capitolina.
Tale iniziativa è stata promossa dal Comune di Roma per aumentare la sicurezza nelle strade in concomitanza con i provvedimenti anti-alcol autorizzati per la stagione estiva.
Le quattordici videocamere posizionate nella zona di Trastevere, sono dotate di cinque sensori bluetooth con rispettivi sensori audio e chip capaci di “fiutare” nell’aria concentrazioni di droghe e alcol superiori agli standard programmati. Al superamento della soglia tollerabile viene zoomato il punto critico e scatta un avviso alla Sala Sistema del Comune che prevede l’assistenza sul posto delle forze di polizia per la verifica della situazione.
Il progetto, che è ancora in fase sperimentale, finora ha causato molti falsi allarmi dovuti alla non perfetta taratura dei sensori, sarà presto revisionato ed esteso in molte altre aree della capitale. In previsione per il momento ci sono, oltre a piazza Campo de’Fiori e la “Gay Street” del Colosseo anche il rione Monti e varie altre zone a rischio.
Il Campidoglio è stato il primo in Europa a sfruttare questa tecnologia all’avanguardia nata da studi iniziati negli anni ’90 da spin-off di centri di ricerca americani impegnati in ambito alimentare, medicale e ambientale. Le iniziali applicazioni elementari sono entrate, infatti nel circuito per il rilevamento dei gas e per quelli delle specie chimiche prodotte da batteri, altre nell’industria alimentare per il riconoscimento della freschezza dei prodotti ed altre ancora per l’ottimizzazione della produzione farmaceutica.
L’architettura del naso elettronico è basata su un sistema biomimetico, pensato per imitare il procedimento olfattivo umano. Rispetto al naso umano lo strumento elettronico riconosce gli odori perché programmato per l’identificazione di esperienze simili. Scopre cioè la somiglianza con altri aromi già analizzati, creando una sorta di imprinting olfattivo degli odori da confrontare poi con una “libreria” di miscele precedentemente costituita.
I molti difetti di gioventù di questo prezioso dispositivo, tra i quali emergevano la sensibilità alle variazioni di temperatura e soprattutto la sensibilità all’umidità, sono in gran parte stati superati dalle ultime generazioni che garantiscono precisione e ripetibilità, se ben tarate.
Ernesto De Benedictis