Roma – Il variegato pianeta dei disegni, delle scritte, dei tags e dei murales costa ogni anno, agli abitanti della capitale, circa due milioni e mezzo di euro.
Le dodici squadre di pronto intervento dell’Ama, dedicate al decoro urbano, bonificano quasi inutilmente a cadenza giornaliera centinaia di metri quadri di muri deturpati che vengono imbrattati ex novo dopo poche ore.
Gli interventi quotidiani stanno diventando impressionanti e pesano sempre più sul bilancio, già precario, di Roma Capitale.
Mentre gli studiosi e i critici d’arte dibattono se il murales deve essere considerato opera o atto vandalico, il Comune pensa a nuove forme di repressione che scoraggino questo malcostume esercitato sia dai giovani che dagli adulti.
L’assessorato, in parallelo, ha instaurato un dialogo più aperto con le maggiori associazioni di writers, organizzando seminari e progetti mirati ad una educazione civica moderna che coinvolga tutte le scuole e tutti i centri di aggregazione.
Dialogare da una parte e reprimere dall’altra è quello che ha cercato di promuovere da tempo il Campidoglio che nei precedenti anni aveva già concesso 35 muri legali in 40 strade di nove municipi romani, da usare come vere e proprie tele.
Dagli incontri delle ultime settimane con i “21 Grammi” e i “Walls”, due dei gruppi capitolini più rappresentativi, Roma Capitale è riuscita a siglare un accordo che amplifica l’Urban Act già in vigore da due anni. Saranno così concessi ulteriori spazi pubblici per gli amanti della “street art” in modo d’arginare il più possibile il fenomeno barbarico dilagante.
Un ulteriore aiuto è stato richiesto ai residenti che dovranno rendersi partecipi del decoro della città, segnalando alle autorità competenti le azioni vandaliche perpetrate a colpy di spray.
Fino ad oggi si calcola siano stati ripuliti più di 900mila metri quadrati di scritte e disegni dai muri dei quartieri Trastevere, Esquilino, Colle Oppio, San Lorenzo e delle consolari del Casilino-Prenestino e dell’Ardeatino. Ma molto lavoro rimane ancora da fare per ridare un’immagine degna alla capitale d’Italia e per ridurre i costi che ricadono sulle casse del Comune incidendo di conseguenza sull’intera collettività.
Ernesto De Benedictis