Bonelli come Totò nel suo famosissimo film del ‘62, solo che quì l’oggetto di scambio non è stato la Fontana di Trevi, bensì terreni.
Il presidente dell’assemblea Pd per il quarto municipio, Claudio Ricozzi, è ancora sconvolto per il bando farlocco indetto dalla giunta Bonelli in merito alla lottizzazione dei terreni di Villa di Faonte «non riesco proprio a capacitarmi di come l’amministrazione possa aver cercato di donare una cosa che non è di sua proprietà. È un’azione a dire poco ‘leggera’, tant’è che c’è stata anche una lettera del segretariato generale, in data 26 ottobre, che ha definito quel bando “privo di ogni fondamento giuridico”. Fortunatamente, su richiesta del consigliere comunale Mirko Coratti è intervenuta una commissione trasparenza che ha di fatto stoppato il bando ‘scritto con i piedi’ e ha fatto in modo che venisse meno questa assegnazione vergognosa di un bene comune. Parliamo di 2mila e 500 metri quadri, interamente ristrutturati, che i cittadini aspettano da anni e che inizialmente dovevano essere assegnati alla Sovrintendenza alle belle Arti per una biblioteca storica destinata alle ricerche sul territorio. A nostro avviso è molto più giusto che questo bene sia dato alla collettività, investendo sulle associazioni locali o con un progetto di carattere sociale. Ma indipendentemente da questo, il bando è fallace sin dall’inizio perché prevede l’assegnazione di un bene che è ancora nelle mani di un privato». Neanche il consigliere Pd Fabio Dionisi riesce a farsene una ragione: «I casali, come previsto nella convenzione, dovrebbero diventare un polo museale archeologico gestito della Sovrintendenza competente, la quale però avrebbe esplicitato di non essere in grado di gestirli per carenza di fondi e di personale. La giunta Bonelli aveva pensato bene di farne una assegnazione diretta alla associazione “I giardini di Faonte”, ma poi spaventato dalle conseguenze ha preferito pubblicare un bando, al quale la stessa associazione ha partecipato. Questo è scandaloso. L’opposizione di questo municipio ha bloccato un altro caso di “assegnopoli” di strutture in maniera clientelare, e inoltre io penso che tali strutture devono essere utilizzate per nuovi servizi per i cittadini e per consentire di far entrare dei fondi nel bilancio già povero del nostro Municipio. Il bando fatto dalla maggioranza in pratica regalava a qualcuno un qualcosa senza nessun beneficio per l’amministrazione pubblica». Alessia Forgione