Prezzi in forte ribasso per gli immobili, più bassi del 30% rispetto a tre anni fa, e lo sa bene chi ogni giorno si ritrova opuscoli delle varie agenzie immobiliari infilati nella cassetta della posta o sotto la porta di casa. Molta l’offerta e poca la domanda, cala il potere d’acquisto e con esso anche i prezzi: «prima accadeva esattamente il contrario, cioè l’offerta era poca e la domanda era tanta, chi doveva comprare casa faceva uno sforzo in più, visto che anche le banche erano un po’ di manica larga ed era più facile ottenere un mutuo – spiega Emanuele D’Andretta dell’agenzia “Menc” in via Nomentana – e in virtù di questo, tra il 2003 e il 2007 le case sono letteralmente schizzate alle stelle; è vero che i prezzi erano diventati esagerati, un po’ per colpa delle agenzie che sopravvalutavano gli immobili pur di prendere l’incarico, un po’ per colpa del venditore che voleva farsi il prezzo da solo, ma ne è scaturito un rialzo del mercato che comunque era ben sostenuto dalla domanda e dalla possibilità di acquistare. Oggi la situazione si è ribaltata: innanzitutto le banche stanno sulla difensiva ed è più difficile accendere un mutuo, del quale tra l’altro non si può più fare neanche l’accollo, in più la domanda è limitata e c’è poco potere d’acquisto quindi i prezzi per forza di cose scendono. Un po’ come la frutta: nelle stagioni in cui ce n’è tanta i prezzi scendono, nei periodi più freddi in cui ci sono le gelate e ce n’è di meno i prezzi si alzano. Questo abbassamento dei prezzi è sicuramente positivo per chi deve acquistare, soprattutto perché restituisce il valore reale all’immobile in vendita in quanto i prezzi stanno tornando alla “normalità” dopo lo straordinario rialzo degli anni scorsi; quindi diciamo che da questo punto di vista la crisi in fondo ha ristabilito un equilibrio della compravendita. È più difficile invece per chi deve vendere perché rivende a meno: chi ha acquistato nel periodo del prezzo massimo, e che magari ha fatto anche un buon affare soprattutto se consideriamo il passaggio dalla lira all’euro, oggi deve rivendere a un prezzo inferiore rispetto a quello che ha speso per acquistare. È naturale che anche chi vende voglia fare un buon affare, ma bisogna rendersi conto che il mercato oggi è questo. Chi ha urgenza di vendere per motivi di soldi o per debiti accetta la situazione più facilmente, gli altri fanno fatica ad entrare in questo meccanismo ma devono uscire dalla mentalità dell’aspettativa della vendita». Alessia Forgione