Con una particolare attenzione verso i poveri, i malati e i giovani, un linguaggio diretto e un forte senso della praticità, Papa Francesco ha incantato la cittadinanza di Tivoli e Guidonia, diventando un punto di riferimento per la comunità nel bel mezzo alla crisi politica, economica e sociale italiana. “L’impressione della gente semplice è stata molto positiva: aspettavano da tempo questo Papa, soprattutto nelle difficili contingenze economiche e sociali in cui ci troviamo”: così parla padre Silvano Porta, rettore del Santuario di Nostra Signora di Fatima e vicario episcopale per la vita consacrata della diocesi di Tivoli.
“Dopo Giovanni Paolo II – spiega padre Silvano –, si attendeva un Pontefice che prestasse attenzione alla Chiesa Universale, ma che, allo stesso tempo, si riavvicinasse alle persone in maniera decisa. E così, con i ‘buongiorno’ e ‘buonasera’, nella omelia delle Palme ha raccontato che, come gli ricordava spesso la nonna, il sudario di Cristo riguarda la vita quotidiana della gente”.
Nell’hinterland romano, la crisi economica e sociale ha infranto le prospettive di sviluppo delle piccole e medie aziende e i sogni delle famiglie che avevano scelto, per motivi di convenienza, di risiedere nelle frazioni di Tivoli e Guidonia, lontano dal centro della Capitale. “Questa è una zona pastorale difficile – prosegue il rettore del Santuario –. Ma, grazie al nuovo Pontefice, gli abitanti del nostro territorio hanno inteso la vicinanza della Chiesa e si stanno riavvicinando alla grazia dei sacramenti”.
Papa Francesco ha svolto omelie brevi e dirette, come quelle che si possono ascoltare in una qualsiasi parrocchia di quartiere. Ha rivolto parole di speranza e di vicinanza ai giovani, perché, ‘si è giovani anche a 70/80 anni. Il cuore non invecchia’. “Il Papa ha confermato che le Chiese ‘giovani’ andranno a rinnovare quelle di vecchia tradizione – precisa padre Silvano –. Alla diocesi di Tivoli sono presenti 30 giovani parroci, provenienti da tutte le parrocchie del mondo. Il vescovo di Tivoli ha dato il ‘buon esempio’: il suo segretario particolare, Alain Vidal, ha poco più di 30 anni ed è un laico che conosce le lingue e ha voglia di fare”.
Proprio in occasione dell’elezione del nuovo Papa, Monsignor Mauro Parmeggiani ha scritto una lettera ai fedeli, pubblicandola sul sito web della diocesi di Tivoli: “Dopo una giornata trascorsa in visita pastorale a Vicovaro, è giunta la notizia della fumata bianca. E così, davanti al televisore del bar a fianco la chiesa, abbiamo atteso con ansia e trepidazione l’’Habemus Papam’. Papa Francesco ci ha già conquistati! Umile e bonario, quasi timido ma vigoroso, è apparso sulla scena del mondo con un semplice ‘buonasera’…”.
E così, il nuovo Pontefice sintetizza al meglio i valori che servono al Paese per uscire dall’impasse politica. “I nostri politici sembrano ancora non essere stati toccati da questa spiritualità – conclude il rettore del Santuario –: non l’hanno guardato fino in fondo e hanno parlato solo del ‘Papa buono’. E intanto, in Italia siamo sull’‘orlo del baratro’: i partiti non trovano un accordo e litigano tra loro. Nel corso dell’incontro con i rappresentanti diplomatici, il Papa ha ribadito che l’unità di tutti i popoli è fondamentale e si concretizza attraverso le relazioni tra le nazioni. Un grido che in Italia è rimasto inascoltato”. Floriana Barone
Vox Populi
Mauro Criscuolo, 45 anni, titolare del bar Decò di Tivoli: “Non sono particolarmente legato alla Chiesa, ma sono credente.Il nuovo Papa mi piace moltissimo per la sua semplicità, per i suoi modi di fare. Quando accendevo la televisione e c’era Benedetto XVI cambiavo canale”.
Marisa Di Tillio e Pina Garofoli, rispettivamente 74 e 67 anni, residenti a Tivoli: “ È un gran Papa. Ci ha ridato la fede. Lo sentiamo molto vicino e i suoi discorsi rimangono impressi nel cuore. Fa dimenticare ogni sentimento di invidia e di cattiveria”