È la terza volta che i sedicenni vengono chiamati alle urne, ma è la prima volta che devono eleggere un candidato a sindaco. Già nel 2007 e nel 2009, i cittadini residenti in Italia e con permesso di soggiorno che avessero compiuto sedici anni vennero chiamati a votare il segretario del Pd. Ma il sette aprile 2013 gli viene chiesto di votare alle primarie, con il versamento di due euro, per eleggere nientemeno che i candidati a sindaco per Roma Capitale e a “minisindaco” per i municipi di tutta la città.
Ma questo non è il primo tentativo, da parte della politica pre-grillina, di coinvolgere le nuove generazioni. I C.C.G. (Consigli Comunali del Giovani), infatti, vengono ufficialmente sancititi in Italia nel 1997, con una legge che riprende peraltro un decreto del lontano 1991; nel 2003, poi, la regione Lazio emana una legge regionale che prevede la “Promozione del consiglio comunale, municipale o sovracomunale dei giovani”. Serena Jeraci, vicepresidente della commissione scuola-lavoro-formazione del consiglio municipale giovanile del quindicesimo municipio, in carica dal 2010, racconta la sua esperienza: «il consiglio giovanile funziona come un qualunque consiglio “adulto” ed è un organo istituzionale a tutti gli effetti: si riunisce una volta al mese, si divide in commissioni, ognuna delle quali conta sette membri, è formato da ventuno elementi, con tanto di quote rosa, e dura in carica tre anni; l’unica differenza è che i consiglieri hanno tra i quindici e i ventiquattro anni. Ha il compito di dar voce ai giovani e lo scopo di incentivare la loro partecipazione alla vita politica e amministrativa locale, avvicinandoli a quelli che sono i problemi reali della città e della società. I ragazzi infatti possono, anzi devono, presentare proposte di deliberazione e mozioni al Consiglio e alla Giunta municipale su argomenti che riguardano le politiche giovanili e la condizione dei giovani in generale. È una bella esperienza, e almeno per me ha rappresentato un primo approccio molto costruttivo. So che Claudio Ricozzi vuole istituire un consiglio municipale dei giovani anche nel quarto e credo che sia un progetto molto importante. Certamente è una cosa nuova quindi ancora da perfezionare, ma credo che se fatto come si deve rappresenti una grande opportunità e un’iniziativa lodevole».
Per quanto riguarda il diritto di voto ai sedicenni per le primarie, la giovane consigliera la pensa così: «mi sembra un po’ un controsenso, e poi si rischia che arrivino impreparati al voto non avendo la piena consapevolezza di quello che fanno, vuoi per la giovane età vuoi per la mancanza di strumenti di giudizio». Alessia Forgione