Si e’ inaugurata ieri a Venezia, presso la Scuola Grande di San Rocco –primo piano Sala dell’Albergo, la mostra ““Vedova Tintoretto”, grazie ad un’iniziativa della Scuola Grande Arciconfraternita San Rocco e della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, con il sostegno e contributo della Regione Veneto , la Cassa di Risparmio di Venezia, e il patrocinio della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano, della Provincia, del Comune di Venezia e della Fondazione Venezia.. La mostra è stata prodotta ed organizzata da Civita Tre Venezie.
Si tratta del primo appuntamento importante che fa parte di un ciclo “ San Rocco Contemporaneo: in dialogo con Tintoretto”,che mette in relazione cinque grandi artisti del Novecento internazionale con l’opera del Maestro Manierista. Emilio Vedova è il primo autore di questo ciclo e per la prima volta vengono esposte le sue opere a testimonianza del grande legame che il giovane Vedova sentiva verso l’opera di Tintoretto fino alla maturità dei lavori più recenti. Tintoretto è stato non solo un maestro, bensÌ fonte di ispirazione artistica ‘per Vedova.
Le opere di Vedova direttamente riferite al Tintoretto sono esposte secondo un progetto curato da Germano Celant e Stefano Cecchetto, dove si possono ammirare gli studi di Vedova dal Tintoretto, realizzati in epoche diverse fino al 1936, due sculture e una grande tela degli anni ’60 fino al ciclo degli “Oltre” realizzato nel 1985 , e che è stato installato nella Sala Terrena tra le colonne della navata centrale.
Germano Celant nel suo saggio “Vedova oltre il Tintoretto”nel catalogo Marsilio scrive: «La trasmissione del gesto cromatico da Tintoretto a Vedova si concretizza attraverso elementi comuni quali la passione e il furore, la relazione con la città, Venezia, lo spirito maledetto, il vedere in avanti, la densità interiore, la spinta ad aprire la pittura al volume e la singolarità di una solitudine che “moltiplica le forze mentali e le spinge al parossismo”. Un esistere artistico che insiste sulla densità del rappresentare e porta a una condizione estrema del dipingere, quella di un rito artistico che mette al centro l’essere umano sia come attore che spettatore. È in Tintoretto è il tentativo di riscattare l’essere dall’angoscia della morte e della vita cercando una risposta spirituale, connessa con il mondo del sacro, e in Vedova spingendo su un’azione e una gestualità che nella loro violenza visiva mettono in discussione ogni risposta che non sia fisica e concreta, laica» …e conclude dicendo: « Vedova tiene in vita Tintoretto, coinvolge e mette in circolazione il linguaggio di ieri in quello di oggi».
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 3 novembre 2013 (orario 9.30 – 17.30)
Per informazioni:
Civita Tre Venezie tel 041.5234864 www.civitatrevenezie.it www.fondazionevedova.it; www.scuolagrandedisanrocco.it.;
Daniela Paties Montagner