Si è lasciata travolgere dal fascino suggestivo e ha tratto ispirazione dalla poesia di Jorge Luis Borges la regista e sceneggiatrice Paola Scoppettuolo che venerdì 28 giugno porta in scena “Assenza”. Danzatrice professionista la Scoppettuolo ha fatto del movimento l’espressione del suo pensiero, la sua filosofia di vita. E in filosofia si è laureata approfondendo le tematiche della percezione del corpo. “Assenza” è il titolo della poesia dello scrittore argentino del secolo scorso che nelle sue opere è riuscito sempre a coniugare idee filosofiche e metafisiche con tematiche misteriose, suggestive e magiche. L’assenza è la mancanza, è la sensazione di vuoto che avvertiamo quando la persona che amiamo ci lascia. E in questo spettacolo la danza è il filo conduttore che cerca di ricucire gli strappi dell’anima quando si soffre per la mancanza, per l’assenza di qualcuno. «In Borges la perdita dell’amato è anche bisogno ossessivo di ripetizione di gesti, compulsione nevrotica di movimenti e di parole per tentare di ricostruire in sé stesso i riferimenti di una vita che appare perduta» spiega la regista.
Ci si sente destrutturati con la sindrome dell’abbandono, la nostra vita va in pezzi, tutto sembra perdere senso. Veniamo travolti dall’assenza, soffocati come avessimo un cappio in gola, come inghiottiti da una voragine, risucchiati in un mare profondo. «L’assenza toglie aria e respiro, riempie di pianto ogni anfratto dell’anima, soffoca come sabbia mobile, paralizza il corpo e lo spinge a compiere solo rituali senza contenuto, privandolo dell’arma del pensiero» continua Scoppettuolo.
Uno spettacolo con un finale scontato, oppure esiste la possibilità di invertire la rotta, di riemergere dal buio, di rimettere assieme i frammenti delle nostra esistenza? «Per uscire dall’Assenza occorre riannodare i fili di una trama, cambiare traiettoria, ridisegnare un percorso nuovo, riassemblare i pezzi» spiega ancora la sceneggiatrice.
E’ solo la magia della danza, con i suoi ritmi e la sua fluidità a metterci in condizioni di configurare nuove prospettive di pensiero.
Daniela Gabriele