Il 28 giugno scorso è stato un venerdì rosso per la cultura. Vari siti e luoghi di cultura italiani sono rimasti chiusi per la protesta dei lavoratori della MiBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali), che lamentano l’accumulo della mancata remunerazione dei turni straordinari dello scorso gennaio ad oggi. I sindacati hanno posto al ministro Bray l’attenzione su diversi punti: mancata registrazione dell’accordo sull’elevazione della copertura dei festivi, il carente bilancio del ministero conseguente ai tagli subiti, lo stop al ricambio personale e l’esternazione ingiustificata e gravosa di molte attività.
I tagli alla cultura e la mancanza di senso civico stanno recando al patrimonio culturale nazionale un danno enorme.
A Roma, l’incuria e il degrado regnano sui monumenti.
L’anfiteatro Flavio, meglio conosciuto come Colosseo, è l’esempio eclatante. Il monumento sembra essere un cantiere a cielo aperto. All’interno i servizi igienici sono in condizioni pessime. Non vi è possibilità di sedersi, non vi è vigilanza: i visitatori si seggono sulle rovine, bivaccando. La struttura in sé del monumento è in pieno stato di abbandono. L’inquinamento dovuto al traffico danneggia le murature del Colosseo, così come le erbacce crescono rigogliose sulla struttura.
Non solo il Colosseo. Altri luoghi e monumenti di Roma sono in stato di abbandono ed incuria, basti pensare al Mausoleo di Augusto, alla Via Appia, alla Domus Aurea, agli stessi Fori Imperiali.
Sporcizia e senso di abbandono contrastano con la storia stessa. Ma noi non ce ne accorgiamo, o forse si, si fa finta di nulla. Si pensa che la cultura e la storia non hanno valore. Quando capiremo che il turismo culturale è il motore della nostra economia? Proteggiamo e valorizziamo la nostra cultura, sarà lei a salvare le sorti dell’Italia.
Alessandro Abrignani