Il Santo Padre, sul volo di ritorno dalla Gmg di Rio de Janeiro, pressato dalle domande dei giornalisti ha detto : “ La lobby gay non va bene, perché non vanno bene le lobby. Non giudico i gay, se sono persone di buona volontà che cercano il Signore, chi sono io per giudicare? Non ho trovato carte d’identità di gay in Vaticano e non ho una cartella con le identità di chi ne farebbe parte, anche se dicono che ce ne sono. Credo che si deve distinguere il fatto che una persona è gay dal fatto che faccia lobby. La Chiesa insegna che le persone gay non si devono emarginare, ma si devono accogliere”.
Il problema non è l’omosessualità, ha ribadito Bergoglio “ Essere gay è una tendenza, il problema è la lobby, la lobby non va bene, quella gay, quella politica e quella massonica”.
Il Pontefice ha parlato anche dell’ Istituto per le Opere di Religione, al centro di scandali finanziari, affermando: ”Io non so come andrà a finire con lo Ior, alcuni dicono che forse è meglio che sia una banca, altri che sia un fondo di aiuto, altri dicono di chiuderlo, si sentono queste voci. Una cosa è certa, che sia banca, che sia fondo, la caratteristica dello Ior deve essere trasparenza e onestà”.
Infine, Sua Santità non ha nascosto il dispiacere per quanto va emergendo dalle ultime inchieste giudiziarie, commentando in merito alla vicenda Scarano: “Provo dolore per queste cose. C’è un monsignore che è in galera, non perché assomigliava precisamente alla beata Imelda. E’ uno scandalo, una cosa che fa male”.
Mentre il Papa pronunciava queste parole, veniva siglato dal cardinale Attilio Nicora, presidente dell’Aif, e da Claudio Clemente, direttore dell’Uif, un importante protocollo per la cooperazione e lo scambio di informazioni finanziarie tra la Santa Sede e l’Italia.
Ernesto De Benedictis