Sgominata dalla Squadra Mobile di Roma un’organizzazione criminale operativa nel quartiere di San Basilio. Il blitz avvenuto alle prime ore dell’alba del 11 ottobre ha portato all’arresto di 40 persone. 2 le bande smantellate dall’operazione di polizia. Il grado di perfezione raggiunto dal crimine di San Basilio richiede l’attenzione di tutte le istituzioni, non solo comunali e municipali.
di Marco Caffarello
Ancora una volta. San Basilio, quartiere della periferia di Roma Est, ubicato in quelle zone della città attraversate dalla Tiburtina, scenario perfetto dei romanzi che furono di Pierpaolo Pasolini, l’uomo che affidò alla sua penna la descrizione e il racconto della contraddittoria, e spesso drammatica, realtà della Roma post-bellica, è ancora una volta oggetto della cronaca. E’ di ieri la notizia del blitz della Squadra Mobile di Roma e del commissariato del quartiere che ha portato all’arresto nelle prime ore dell’alba di 40 uomini, ritenuti gli organizzatori ed artefici dello spaccio di droga nella zona. L’operazione, chiamata “San Basilio spa”,che ha coinvolto più di 400 agenti di polizia, l’unità cinofila e persino un elicottero, costituisce l’approdo naturale a cui ha condotto l’indagine avviata nell’agosto del 2012 . I quaranta arrestati dalla polizia rappresentano infatti l’establishment di un’organizzazione a delinquere dedita allo spaccio sistemico della droga nel quartiere, molto spesso in zone interne del tutto abbandonate a sé stesse, come l’area compresa tra le strade di via Gigliotti, via Mechelli e via Tranfo, che per la loro particolare topografia si prestano perfettamente all’attività illecita. Un’indagine difficile, sostiene la polizia, anche per l’elevata organizzazione messa in piedi dai capi del quartiere, caratterizzata da una vera e propria gerarchia che divideva funzioni e responsabilità e da un complesso sistema di “vedette” che avvisava i superiori dell’arrivo e della presenza delle autorità. Il sistema prevedeva, infatti, uomini appostati non solo lungo i viali e i giardinetti della zona, dove di solito si consumava lo spaccio, ma anche di fronte agli stabili, tattica che consentiva così al pusher più vie di fuga o di prender tempo.
Riferisce la polizia che l’organizzazione era così ben costruita che a voluto anche il coinvolgimento di persone che, sebbene non direttamente responsabili della vendita delle sostanze, svolgevano comunque il compito di sentinella nella propria autovettura, sconfinando così nei quartieri limitrofi e guadagnare ancor più tempo nel comunicare l’arrivo della “legge”. Inoltre il venditore, riferiscono le autorità, non aveva mai con sé quantità consistenti di droga, sparsa anch’essa in diversi punti strategici, come bidoni, tombini, sottoscala, cunicoli, ecc, ma solo la giusta dose perchè fosse rapidamente venduta al cliente, il quale, come documentano le telecamere nascoste nel quartiere che hanno consentito alle autorità di individuare i componenti dei clan e di analizzarne il sistema, era solito acquistare la merce solo dopo aver preliminarmente trattato con il pusher.
In particolare l’operazione della polizia ha sgominato l’attività illecita di due gruppi del quartiere, chiamati La Lupa e il Civico 29, che sebbene differenti, erano tuttavia identici per organizzazione gerarchica interna e per l’ attività di spaccio di sostanze stupefacenti quali marijuana, hashish, cocaina, ecstasi, anfetamine ed eroina, anche di scarsa qualità.
In particolare il “clan” de Il Civico 29 era fondato sulla cooperazione di tre famiglie del quartiere ed era solito svolgere la propria attività di spaccio nelle ore notturne: l’organizzazione criminale composta da nuclei familiari, riferiscono le autorità, rende l’attività a delinquere ancor più pericolosa e difficile da scovare, e le ragioni sono facili da dedurre se si considera la facilità con la quale l’organizzazione poteva scambiare le basi logistiche e l’omertà degli adepti.
Il fenomeno di spaccio delle sostanze stupefacenti nel quartiere di San Basilio ha assunto una tale dimensione e un tale giro d’affari che non rappresenta più un caso per il solo IV Municipio e Comune di Roma, ma coinvolge necessariamente anche l’interesse e la responsabilità delle più alte istituzioni, quali Regione e Stato nazionale. Infatti l’efficienza raggiunta dalle bande del quartiere rappresenta la sintesi dettagliata della “perfezione” del modello con il quale oggi il crimine organizza la sua attività, non a caso comparata dalle stesse autorità a quella di una società per azioni.
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