Si è appena concluso il week end di proteste che ha sfilato per le strade del centro, lasciando dietro di sé qualche danno, alcuni fermi, scontri, polemiche e sopratutto il chiaro No di molta parte della popolazione alle politiche si qui adottate dalle istituzioni. La due giorni di manifestazioni sono state infatti volute dai vari comitati organizzatori, dai No Tav ai Cobas, dai No Muos ai comitati studenteschi, per protestare contro le politiche che fin qui, complice anche la crisi economica internazionale, hanno fiaccato i risparmi delle famiglie, sempre più schiacciate da una pressione fiscale che inevitabilmente si ripercuote nei consumi, e la gestione delle imprese, anch’esse messe all’angolo da una valanga di tasse ed imposte che per molte hanno significato la riduzione del personale o addirittura la chiusura.
Sebbene, riferiscono gli economisti, nel mondo si registra una tendenza generale di riduzione della pressione fiscale, ossia di quel valore che studia il rapporto tra gettito complessivo e la propria ricchezza,l’Italia risulta ancora tra le prime tre nazioni al mondo per questo specifico indicatore, ferma ora ad un non invidiabile 55%, a fronte poi di non esaltanti servizi da parte dello Stato. Stando alle ultime manovre del governo non si registra, infatti, un cambiamento di rotta.
Martedì 15 ottobre è stata varata infatti l’ormai famigerata Legge di Stabilità, una manovra che entrerà in pieno regime a partire dal primo gennaio 2014 e, vincolata da accordi internazionali presi con l’UE che impongono il rispetto del debito al 3%, prevede al suo interno una carrellata di aumenti e rincari che riguarderanno beni di consumo, la prima casa, sigarette e addizionali Irpef comunali. L’aumento del gettito previsto da questa manovra è pari, infatti, ad una stangata di 20 miliardi che vanno ad aggiungersi agli altri tributi. Sicuramente la ‘grande’ novità della finanziaria è l’introduzione di una nuova Tassa, la Trise, risultata a conti fatti dall’accorpamento di due tributi, la Tari, imposta sui rifiuti che sostituisce la vecchia Tares, e la Tasi, che copre invece i servizi indivisibili. Sostanzialmente la nuova Trise si sostituisce all’odiata IMU, che sarà abolita per le prime case ma mantenuta, invece, per le case di lusso e per le seconde case. Diversamente però dall’IMU, che si pagava in relazione al ‘possesso’ di un immobile, la Trise è invece un tributo in relazione al possesso medesimo e ‘locazione‘ di un immobile; ciò significa che a pagare non saranno solo i proprietari delle case, ma anche gli affittuari e gli inquilini. Quattro sono le rate previste: la prima con scadenza il 16 gennaio 2014, le prossime il sedicesimo giorno di aprile, luglio ed ottobre. Il peso dell’aggravio fiscale dipenderà, invece, dai singoli comuni, ma la somma delle nuove imposte, Tasi e Tari, non potrà superare i massimali adottati per il pagamento della vecchia IMU. Ne consegue, per deduzione, che l’aggravio del nuovo regime tributario sarà particolarmente pesante per quei comuni che non avevano applicato i massimali delle aliquote previste per l’IMU, mentre ora lo faranno.
Per quanto riguarda la nostra città, la nuova legge prevede aumenti nell’addizionale comunale Irpef, che salirà dal primo gennaio dall’attuale 0,9% allo 0, 12%, in parte per sopperire allo stato di degenza delle casse comunali e in parte come effetto stesso del nuovo regime tributario. Gli unici, forse, che avranno dei vantaggi dalla manovra, i proprietari delle seconde case che potranno ora dividere con i loro affittuari le spese tributarie.
Particolarmente pesante il carico fiscale per le imprese che oltre a pagare la nuova Trise, graverà ancora l‘IMU, che come recita il testo della legge “assorbirà l’Ici e l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case e sostituirà l’Ici sugli immobili strumentali(vale a dire i negozi commerciali, i laboratori artigianali, gli uffici e i capannoni industriali). La Cgia di Mestre ha calcolato che l’aumento della pressione fiscale per le imprese sarà pari a 738 milioni di euro di entrate per le casse dello Stato. Inoltre con la nuova legge schizzerà alle stelle il prezzo di vari beni di consumo, per effetto dell’aumento delle accise, in particolare dell’alcool, della benzina e delle sigarette, che dal primo gennaio costeranno 0,40 centesimi in più. Non solo: all’interno della stessa è prevista una manovra di ‘spending review‘ che porterà ad un abbassamento delle aliquote delle spese detraibili per i contribuenti, come sanità ed istruzione, che passeranno dall’attuale 19% al 18%.