Scoperti i meccanismi che regolano la temperatura corporea durante un ciclo circadiano. La maggiore o minore temperatura del corpo dipende dalla Rev-Erb alfa, una proteina prodotta dalle cellule del grasso bruno, deputato a bruciare i cd. grassi bianchi. Un’ interessante ricerca dell’University of Pennsylvania che aiuterà la scienza a trovare nuovi strumenti per sconfiggere l’obesità, anche mentre si dorme
Alzi la mano chi non vorrebbe dimagrire durante il sonno. Sarebbe infatti un sogno, sopratutto per chi ha problemi di peso e di diabete, pensare alla propria linea e salute, quando si ozia. Ma, ahimè, nella realtà fenomenica e dei cicli circadiani del metabolismo avviene esattamente il contrario: quando infatti dormiamo il nostro organismo abbassa la temperatura corporea, ciò anche per preservare le energie immagazzinate durante le ore del giorno, e più che ‘dimagrire’, infatti ‘ingrassiamo’. E’ un risultato metabolico a cui ha condotto la stessa evoluzione che, in base anche a ciò che esperirono i nostri antenati che procacciavano il cibo, e chissà per quanto tempo gli sarebbe dovuto bastare, ha sviluppato sofisticati cicli di regolazione della temperatura corporea, che oltre a difenderci dal freddo, ha anche la funzione di ‘regolare’ il nostro consumo energetico. Il nostro corpo, infatti, ha una temperatura più alta durante le ore diurne, e una più bassa durante la notte, ciò, oltre a renderci ‘compatibili’ con l’ambiente esterno, per preservare le stesse energie che saranno consumate il giorno avvenire. E’ tra l’altro una legge della termodinamica: se il nostro corpo dovesse, infatti, avere una temperatura superiore durante la notte rispetto all’ambiente circostante, ciò significherebbe anche un maggior dispendio delle proprie riserve energietiche, con buona pace dunque per la conservazione delle stesse energie. Ma così non avviene: durante le ore del sonno, infatti, la temperatura del corpo si abbassa, e se questo comportamento ha preservato la stessa evoluzione della specie, nei tempi moderni, dove certamente procacciarsi il cibo non è più un problema, ciò favorisce lo sviluppo’ dell’obesità e di altre patologie ad essa associate, come il diabete. Ebbene, se fino ad oggi del tutto ignoti erano i meccanismi che regolavano il ciclo circadiano( dal latino circa diem, riguardo un giorno) della temperatura corporea, una ricerca della University of Pennsylvania School of Medicine, USA, pubblicata per l’autorevole rivista internazionale Nature, ne ha rivelato una delle ragioni: questi infatti vengono a dipendere dall’attività di una specifica proteina, la Rev-Erb alfa, nota anche come NR1D1, una proteina espressa nei tessuti adiposi e particolarmente presente nei processi di adipogenesi, ossia nei meccanismi di formazione del grasso. Questa proteina, spiegano i ricercatori, ha infatti la capacità di regolare e controllare la temperatura corporea durante le fasi dei cicli metabolici, in base alla sua stessa maggiore o minore concentrazione. In pratica la tolleranza al freddo, e la regolazione della temperatura dell’organismo, è legata ad una minore concentrazione della Rev-Erb alfa, e così il suo contrario. Lasquadra dell’University of Pennsylvania ha compreso dunque che Rev- erb alfa agisce come ‘termometro’ per la regolazione e ‘composizione’ della temperatura del corpo, che è, quindi, necessaria per stabilire e mantenere il ritmo circadiano della temperatura corporea. Dato che la proteina è prodotta in particolare da una specifica ‘classe’ di grassi, i cd grassi bruni, che al contrario delle cellule adipose bianche ( i cd grassi bianchi) che immagazinano energia, hanno la funzione di bruciare i tessuti adiposi e generare calore per il corpo (si pensa infatti si siano evoluti per aiutare i mammiferi qual è l’uomo a far fronte al freddo), la scommessa dell’equipe è dunque che la regolazione della funzione termogenica del tessuto adiposo bruno possa contrastare l’obesità e le malattie che ne derivano. Esperimenti su topi da laboratorio lo confermano: anche nei topi la capacità di regolare la temperatura è infatti associata alla proteina Rev-erb alfa a livello del tessuto adiposo bruno. Quando ai ratti è stata sottratta tale proteina il ciclo circadiano della temperatura corporea non ha infatti subito variazioni nell’arco della giornata, sopratutto durante le ore notturne, e ciò inevitabilmente ha avuto effetti anche nel consumo delle riserve energetiche di grasso bianco. La conoscenza dei meccanismi che regolano la temperatura corporea durante la notte può quindi aiutare la scienza a trovare un modo per bruciare calorie mentre la gente dorme. ” Il cibo è abbondante nella nostra società attuale”, spiega Mitchell A. Lazare, ricercatore per l’Unversity of Pennsylvania,” per la maggior parte delle persone è improbabile che vi sia un vantaggio di risparmio di calorie durante la notte. Se questo stesso meccanismo di regolazione della temperatura corporea esiste nelle persone, e siamo in grado di indirizzarlo in modo sicuro, potremmo avere un nuovo modo per combattere l’obesità e le sue condizioni come il diabete e la malattia di cuore”, conclude. Quando, infatti, ai ratti è stata sottratta la proteina regolatrice dei cicli circadiani della temperatura corporea, si sono registrati più alte concentrazioni di grasso bruno e anche una temperatura costante del corpo, perchè la perdita genetica della Rev- erbα alfa abolisce anche il normale ritmo della temperatura corporea e conseguentemente a ciò della spesa energetica. In conclusione, anche se la riduzione della temperatura corporea ha avuto un ruolo per la sopravvivenza della specie durante l’evoluzione perchè consente di conservare riserve energiche, nei tempi moderni, dove procacciarsi il cibo non è più un problema, la riduzione della temperatura del corpo durante le ore del sonno, e così una riduzione complessiva del metabolismo, costituiscono un ‘ponte’ per l’obesità e la conoscenza dei meccanismi che regolano la temperatura corporea durante le ore del sonno possono quindi aiutare a trovare una strada che condurrà a bruciare calorie e grassi mentre la gente dorme, trovando nuovi strumenti con i quali ridurre l’obesità, tanto della persona, quanto come ‘ fenomeno mondiale’.
http://www.eurekalert.org/pub_releases/2013-10/uops-cnp102413.php