Grande attesa per Mondovisione, il nuovo lavoro di Ligabue, anticipato dal singolo Il Sale Della Terra in rotazione da due mesi in tutte le radio e in cima alle classifiche di ascolti.
Il disco arriva a tre anni di distanza dall’ultimo album di inediti Arrivederci, Mostro! e sarà disponibile in tutti i negozi tradizionali e in digital download da martedì 26 novembre.
In attesa del Mondovisione tour – stadi 2014 che partirà dallo Stadio Olimpico di Roma il prossimo 30 maggio e toccherà anche Milano, Catania, Padova, Firenze, Pescara e Salerno, diamo un’occhiata più approfondita al disco, che tra inediti e raccolte è il diciannovesimo pubblicato dal cantautore emiliano.
Durante la conferenza stampa di presentazione, alla quale abbiamo assistito, sono stati svelati tutti i segreti, artistici e non, che hanno portato alla produzione definitiva del nuovo lavoro e che vi raccontiamo attraverso la voce dell’autore stesso.
Il primo pensiero di Ligabue, appena salito sul palco, è stato di vicinanza al popolo sardo per la tragedia che lo ha colpito nei giorni scorsi.
Per quando riguarda le tematiche tecniche relative al nuovo disco, la prima considerazione ha riguardato la nuova produzione affidata a Luciano Luisi (che tra l’altro è un musicista del gruppo, è il leader, quello che fa partire le sequenze, controlla quello che avviene sul palco in generale). «Io avevo bisogno di fare un disco nel quale fossi innanzitutto molto partecipe e cosi è stato. Ero presente in ogni fase della lavorazione del disco, ma soprattutto avevo bisogno che fosse un disco che riflettesse il suono del mio gruppo attuale e che cercasse di schivare le insidie della produzione dei dischi di oggi. Questo è il disco la cui lavorazione è stata la più lunga della mia carriera, è stato pensato per più di un anno».
Analizzando la tracklist dell’album ecco come Ligabue parla di alcune delle sue ultime canzoni:
Il Muro Del Suono: «Chi doveva pagare per la crisi mondiale che si è scatenata, ad oggi non ha pagato: non è stata pagata la carestia prodotta, e questo è un dato di fatto. Che in Italia il sistema giudiziario abbia dei problemi è sotto gli occhi di tutti e che questo permetta a certi avvocati di sentirsi tali, di sentirsi Dio, perché riescono a portare a casa delle vittorie a volte imprevedibili, anche questo credo faccia parte della cronaca».
Siamo Chi Siamo: «È una canzone che nasce come divertimento in risposta al fatto che noi continuiamo a porci delle grandi domande per tutta la vita a cui diamo solo delle risposte parziali. Da dove veniamo, qual’è il senso della vita, chi siamo? Mi piaceva dare la risposta che noi siamo chi siamo, come se fosse una risposta esauriente. Quindi da questo punto di vista è una risposta leggera ad una domanda che poi leggera non è. Per quanto riguarda la sensazione che sia tutta casualità o un progetto divino, ovviamente una risposta definitiva non riesco ancora a darmela, però propendo per il progetto divino».
Il Sale Della Terra: «È una galleria di personaggi, non è l’Italia. È una canzone sull’esercizio del potere. Tutti ricordiamo la frase “il potere logora chi non ce l’ha”; secondo me il potere logora e basta perché anche chi ce l’ha vive nel terrore di perderlo. Il Sale Della Terra non parla di tutti gli italiani, ma di quelli che, purtroppo, hanno sfilato troppo frequentemente davanti ai nostri occhi negli ultimi vent’anni. […] Per quanto riguarda l’indignazione, credo semplicemente di essere arrivato ad un punto – come molti di noi – in cui non se ne può più. Ho dato solo voce ad uno sfinimento».
Capo Spartivento – strumentale: «Siamo andati per una settimana a Capo Spartivento io e il gruppo a provare. Io ho portato le canzoni e abbiamo fatto una sorta di ritiro monastico; era febbraio, marzo, quindi non c’era assolutamente nessuno. All’inizio avevo pensato di chiamare l’album proprio così, ma poi è venuto fuori Mondovisione. Questi 40 secondi di strumentale sono comunque un omaggio a quel posto ed hanno una funzione di transizione musicale molto semplice. Il Sale Della Terra finisce in do minore e Tu Sei Lei inizia invece in do maggiore. Quindi la funzione del brano è quella di compattare le due canzoni e preparare l’ascoltatore alla differenza sia di contenuti che di spirito».
La Terra Trema, Amore Mio: «Ho provato a raccontare l’effetto emotivo di un terremoto che è un effetto fisico, ma soprattutto psicologico da cui non si torna più indietro.
Mi piaceva pensare che in qualche modo il protagonista della canzone trovasse immediatamente qualcosa da afferrare – perché quando c’è il terremoto si balla – e quel qualcosa fosse la sua compagna, la sua famiglia: i figli van tenuti in braccio. E in questo caso il terremoto può essere simbolico; in tempi cosi duri, dove c’è tanto smarrimento, la sensazione è quella di faticare a trovare l’equilibrio e ti accorgi che ce l’hai proprio di fianco a te».
Il Suono, Il Brutto E Il Cattivo – strumentale: «Questo pezzo è invece un gioco perché la melodia è il controcanto della chitarra western del ritornello de Il Muro Del Suono e mi piaceva l’idea di farne una versione “morriconiana” anche perché le canzoni da li in poi sono abbastanza dense e ho voluto dare un po’ di respiro».
Con La Scusa Del Rock ‘n’ Roll: «Questa chiude un trittico. È la terza canzone che ha la parola rock’n’roll nel titolo.
La prima è Sogni Di Rock ‘n’ Roll, inclusa nel mio primo album, che per me è importantissima perché è stata la prima canzone che parlava di cose che avevo vissuto veramente.
In Pieno Rock ‘n’ Roll invece è una canzone che parla degli effetti della musica sulla vita mia e delle persone.
Con La Scusa Del Rock ‘n’ Roll vuole essere un divertimento, un’aria punk – pop – rock in cui dico che alla fine il rock’n’roll può anche essere un pretesto per fare cose che altrimenti non avesti mai fatto nella vita.
[…] In questi ultimi 20 anni il rock è cambiato, nel modo di ascoltarlo, di confrontarsi con il rock che è venuto prima. A me piace pensare che continui ad essere il modo che uno ha per non avere pudore dei propri sentimenti, per urlarlo in faccia alla gente. Se il rock è questo, io continuo a fare rock. Se il rock invece è solo una chitarra metal a tutti i costi e per tutta la durata del pezzo allora no, io non faccio rock!!!»
E allora…lunga vita al rock ‘n’ roll!!
ALEX PIERRO