«Ormai i clienti non ci concedono più tregua, non consumano più solo cibi economici. Qua si sentono proprio a casa loro». Questa la testimonianza felice del titolare di “O Sol’ e Napul’ ”, ristorante-pizzeria che, nel cuore del quartiere appio-latino, sei giorni su sette delizia tutti i palati con piatti tipici della cucina partenopea. Dal pesce al cartoccio all’immancabile pizza napoletana, passando per le frittatine di pasta, questo locale conta il più alto numero di avventori della zona non solo a cena, ma anche a pranzo. E la crisi?
«Abbiamo aperto questo ristorante pizzeria il 7 aprile 2012 – spiega il Luca, il gestore – rilevando un’attività già esistente. E abbiamo aperto in un periodo di grande crisi. Ma stiamo cercando di dare un segnale forte alla gente mentre tutte le aziende chiudono, offrendo innanzitutto prodotti di buona qualità a prezzi decisamente inferiori rispetto a quelli della concorrenza». Luca, infatti, pare avere ben chiare le strategie utili a fronteggiare la tanto dibattuta crisi. «Non si trova a Roma – spiega- una pizza margherita, preparata ‘alla napoletana’, con prodotti genuini e sicuri, a 4 euro e 50 centesimi».
Ma non è solo sul prezzo, decisamente più basso rispetto agli standard capitolini, che Luca ha deciso di puntare. «Fin da subito abbiamo deciso di assumere personale giovane, in modo da presentare alla clientela un ambiente fresco, dinamico e accogliente. Il cliente deve sentirsi come a casa propria», a cominciare dal clima famigliare che si respira nella sua pizzeria. I ragazzi che vi lavorano, infatti, sono per lo più studenti che di sera, a ritmi sostenuti dato l’afflusso di avventori, lavorano guadagnandosi quanto serve per far fronte alle spese dell’affitto e ai costi dell’università.
«Io ho 33 anni – continua Luca – e prima che mi si presentasse questa possibilità lavoravo come avvocato. Quando decisi di cogliere l’occasione di gestire questo locale ero inesperto, un profano del settore e, a partire dal lavoro manuale insieme agli operai, ho imparato tutto. Questo lavoro dà grandi soddisfazioni, ma non è affatto facile. Io sto qui dentro quattordici ore al giorno – aggiunge- qui si rema sempre controcorrente, e gli imprevisti sono all’ordine del giorno».
Ma se non si tocca ‘con mano’, dati i coperti sempre esauriti, secondo Luca la crisi si tocca ‘col palato’, stando al tipo di pietanze ordinate dai suoi clienti. «Possiamo dire che il 70 per cento dei clienti consuma principalmente i piatti più economici, dalla pizza ai primi tipici romani che da noi costano 5 euro. Il restante 30 per cento viene soprattutto nel fine settimana a mangiare pesce con la famiglia – e conclude orgoglioso – c’è gente che quando gli presento un menu fisso a 15 euro comprensivo di antipasto, pizza, bibita e dolce, crede che io stia scherzando».
Sempre giovanissimi, e napoletani doc, sono i due pizzaioli che otto ore al giorno soddisfano i clienti con pizze di ogni genere, Luca e Luigi. Abituati ad arrangiarsi fin da piccoli con lavoretti di ogni tipo, loro alla crisi però non ci credono. «Se i soldi fossero gestiti con intelligenza, a partire dai genitori che viziano figli con giochi e sport di ogni genere, si vivrebbe di gran lunga meglio. Inoltre, i giovani sono poco abituati a lavorare con sacrificio, fisico innanzitutto. A molti di loro piacerebbe dettare i propri tempi, lavorare con calma insomma. E poi – aggiungono sicuri – il nostro ristorante è sempre pieno. E per mangiare fuori, vuol dire che i soldi ci sono».