Multati di oltre duemila euro dall’università di Roma La Sapienza per delle false autocertificazioni nella dichiarazione Isee dell’anno 2010/2011, pagando così cifre inferiori di cinquanta-settanta euro rispetto a ciò che avrebbero dovuto pagare. Questo è quello che è accaduto a migliaia di studenti della Sapienza che si sono visti recapitare una lettera dall’università che li multava di oltre quattromila euro, rischiando «pignoramento dei beni, blocco della carriera universitaria, ritiro del titolo di studio per chi si è già laureato e perdita dei benefici, ossia niente più riduzioni per la mensa universitaria o per la casa dello studente», queste le parole di Marianna, studentessa sanzionata dall’ università che aggiunge « inoltre per gli anni successivi pagheremo le tasse come se avessimo un reddito di 99mila euro. Il sistema della Sapienza prevede che l’Isee venga inserito nel sistema informatico degli uffici, chiamato Infostud, da dove vengono calcolate le tasse in base al proprio reddito. Noi abbiamo inserito un dato non corretto, altri studenti hanno riconfermato quello dell’anno precedente e nell’anno in questione si è verificato anche l’allagamento del sistema Infostud».
Anche Stefano, 24enne studente di matematica, è tra gli studenti sanzionati e racconta che «un altro aspetto del problema è che l’università avrebbe controllato soltanto gli studenti che rientrano nelle prime tre fasce contributive come noi, quindi controllando principalmente queste, vanno a beccare gli studenti che hanno un isee medio di diecimila euro». «È stato un errore in buona fede, anche perchè in un anno non siamo diventati ricchi. – afferma ancora Marianna – Quella piccola variazione nell’isee familiare ha inciso sulle tasse universitarie di cinquanta euro circa, facendoci slittare di fascia, dove lo scarto tra le fasce è di ottanta euro; chi invece ha sbagliato, pur rimanendo nella stessa fascia contributiva, non è stato sanzionato dall’università».
«Noi non chiediamo di non dover pagare, ma una proporzionalità rispetto all’errore» questo è l’appello di Francesco, studente di economia, anche lui sanzionato come gli altri ragazzi, che continua « l’errore lo riconosco, vogliamo pagare, ma una multa proporzionata al nostro reddito e all’errore commesso, che è di cinquanta euro; non bisogna neanche dimostrare che sia stato un errore in buona fede».
«È un anno che andiamo avanti con le proteste e facciamo istanze in segreteria che vengono rigettate senza cognizione di causa per dilatare i tempi, ma siamo già alla terza e quando i tempi saranno scaduti, per non perdere tutto dovremmo pagare, ma in che modo non lo sappiamo perché il nostro isee è sempre quello.Tanti ragazzi hanno lasciato l’università anche se la rinuncia agli studi non esclude da questo tipo di sanzioni» queste ancora, le parole di Marianna che con Francesco continuano : «il movimento 5 stelle si è interessato alla nostra causa ed è stata depositata un’interrogazione parlamentare: il nostro scopo è quello di ridimensionare la sanzione, informare gli studenti e di riconsiderare tutta la disciplina che è stata applicata fino a ora, partendo prima di tutto dal ministero dell’istruzione a cui l’interrogazione è rivolta».
Chiara Ferrante