«A livello educativo, le unioni gay oggi pongono sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Ai figli di queste coppie non si deve somministrare un vaccino contro la fede» ha dichiarato il Papa nel suo discorso ai superiori generali del 29 novembre scorso, pubblicato ieri da Civiltà Cattolica.
Al termine del lungo colloquio, il Papa si è soffermato sul tema dell’educazione, evidenziando che essa «deve essere all’altezza delle persone che educa, deve interrogarsi su come annunciare Gesù Cristo a una generazione che cambia. Trasmettere conoscenza, trasmettere modi di fare, trasmettere valori. Attraverso questi si trasmette la fede ». E ha menzionato alcune esperienze avute soprattutto in Argentina e riguardanti la preparazione richiesta alle persone che accolgono nei contesti educativi bambini, ragazzi e giovani con situazioni familiari complesse: «Ricordo il caso di una bambina molto triste che alla fine confidò alla maestra il motivo del suo stato d’animo: `la fidanzata di mia madre non mi vuol bene´».
Quindi ha insistito: «La percentuale di ragazzi che studiano nelle scuole e che hanno i genitori separati è elevatissima. Come annunciare Cristo a una generazione che cambia? Bisogna stare attenti a non somministrare ad essi un vaccino contro la fede».
A poi parlato dei doveri della Chiesa che deve comunicare il Vangelo con amore e non con bastonate inquisitorie.
Sempre nello stesso incontro il Papa ha voluto sottolineare il legame che esiste tra prevenzione agli abusi e formazione dei preti raccomandando di non accettare nei seminari giovani già invitati ad uscire da altri istituti per motivi seri.
Ernesto De Benedictis