Duecento scatti, divisi in sette sezioni, riassumono gli oltre quaranta anni di viaggi attraverso i luoghi più affascinanti del nostro pianeta fatti dal fotoreporter giapponese Kazuyoshi Nomachi. Affascinanti e ostili allo stesso tempo, che però racchiudono dentro di sé un’immensa spiritualità manifestata dai loro stessi abitanti.
Il centro di produzione culturale La Pelanda del MACRO Testaccio ospita, fino al 4 maggio, i suddetti scatti di Nomachi, tentando di comunicare al visitatore quella sacaralità che funge poi da filo conduttore tra luoghi così lontani l’uno dall’altro ma così simili metaforicamente. E questo breve viaggio tra le opere del giapponese può anche voler alimentare nei fruitori quel desiderio di ricerca di noi stessi, da effettuare lontano da tutto l’ovvio che ci circonda.
Classe 1946 Kazuyoshi Nomachi inizia nel 1971 la sua carriera di fotoreporter pubblicitario e, l’anno seguente, compie il suo primo viaggio nel Sahara, inaugurando così la sua serie di esplorazioni che andranno a comprendere Etiopia, Sudan, Iran, Tibet, India fino alle Ande.
Il nome attribuito alla mostra del fotografo giapponese è Nomachi Le vie del Sacro. La grandezza della sua opera è data proprio dall’ampia accezione che il termine sacro vi acquista. Non solo l’abbinamento alla preghiera o ad altri riti religiosi, comunque molto presenti in Nomachi, bensì al cordone ombelicale di alcuni popoli con quell’entità misteriosa, pericolosa e splendida che è la natura, in tutte le sue espressioni.
Nel Sudan del Sud, territorio desolato e incolto, le tribù vivono in simbiosi con mandrie di bestiame, usufruendo di alcuni vantaggi come il proteggersi dalle zanzare cospargendosi di ceneri di sterco di bovini. Nell’immenso deserto del Sahara si intravedono immagini di vita effimere e silenziose come il luogo che abitano, ma che sono però perfettamente in grado di dominarlo, o meglio, interpretarlo.
Da pezzi di vita di popolazioni allo stato brado si passa a immagini di riti liturgici, operati in modo diverso in base ai vari luoghi delle religioni più importanti come il cristianesimo, islamismo, buddhismo e induismo.
Le opere di Nomachi sono raccolte nelle principali riviste di fotografia: da The National Geographic a Stern e a Geo. Inoltre le sue foto sono state ampiamente riconosciute attraverso premi come l’Annual Award of the Photographic Society del Giappone nel 1990 e, nel 2009, la Medal of Honor with Purple Ribbon.
di Ilaria Francesca Petta