Scongiurato il rischio di chiusura per alcune biblioteche del circuito “Biblioteche di Roma”, rischio sfiorato dopo l’insediamento del nuovo Sindaco Ignazio Marino nel 2013, oggi questi centri devono fare i conti con altri problemi legati soprattutto alla mancanza di finanziamenti e di personale. Una ventata d’aria fresca potrebbe venire dai finanziamenti privati, che darebbero respiro ai centri maggiormente appesantiti dalla scarsità di risorse, ma chi è disposto oggi a prendersi cura delle biblioteche?
Nel 1996 nasce l’Istituzione delle Biblioteche di Roma, che ha unificato in un sistema le biblioteche comunali allora esistenti dislocate nei vari Municipi della Capitale, con l’intento specifico di garantire il diritto alla cultura e all’informazione.
Oggi le biblioteche sono 36 e nel corso degli anni sono diventate importanti centri culturali e di associazione che riuniscono quotidianamente persone di ogni età e ceto sociale. Per molti, questi lunghi rappresentano una certezza e una consolazione in questi anni difficili. Nelle biblioteche si va per “conoscere”, ma accade spesso anche di “conoscersi”: è facile incontrare ogni mattina chi legge il giornale o una rivista, mamme e papà con i bimbi, giovani che nelle sale lettura studiano insieme e fanno amicizia durante la pausa-caffè.
Le attività che vi si svolgono sono molte e varie, non si tratta semplicemente delle classiche biblioteche dove si prendono in prestito dei libri. Qui si può assistere ad un concerto di musica classica, alla presentazione di un libro o alla proiezione di un film; si organizzano corsi di italiano per stranieri e attività ludico-ricreative per i più piccoli. Tutto questo in maniera assolutamente gratuita. Tramite una tessera annuale di soli 5 euro si può navigare in internet, usare i computer e avere accesso ai libri presenti in tutte le biblioteche del circuito tramite il prestito interbibliotecario.
Tutte queste attività sono però messe a dura prova dalla scarsità di fondi di cui i centri sono a disposizione. Si sottovaluta forse l’importanza e il ruolo che queste biblioteche hanno assunto per il territorio, considerando che, soprattutto in alcune realtà periferiche della Capitale, esse rappresentano ormai gli unici presidi culturali: un patrimonio davvero inestimabile, da salvare e valorizzare.
di Federica Gogosi