E’ notte…
abbiamo appena attaccato il telefono, spento le luci e la voce, e io chiaramente non ho sonno.
Abbiamo parlato di tutto, del tempo che passa, di come eri, di come ero, di come saremo..
se mai e poi mai ci intristiremo, se continueremo con le nostre strade,
se riusciremo nei nostri sogni, se mangeremo con i nostri denti o con quelli di qualcun’altro.
che ti devo dire..infondo la vita è così… ma si.. ma si.. è bella, chi lo mette in dubbio..
a volte sai, anche le cose belle risultano nuvole di smog nella nostra testa...
l’università, la gente, i collettivi femministi che lottano per rivendicare diritti
che in verità spetterebbero anche a noi uomini ma questo è un discorso troppo lungo,
il seminario di scrittura creativa con un insegnante molto poco creativo,
gli esami di storia che sono solo date e pochi fatti…
ed io qui nella mia stanza, come tutte le sere ingorde di me, nello stereo i Clash..
una sigaretta nel buio che funge e finge di essere una torcia e un fumetto di Andrea Pazienza sul letto..
Mi hai chiesto se intendo cambiare un giorno…
cosa ti devo dire, non credo..non credo per il semplice motivo che non ho mai creduto in niente.
Mi hai chiesto dove mi vedo tra qualche anno e io non ho saputo risponderti, o meglio mi vedo lì…
lì nella strada … magari nel solito locale ad ascoltare jazz dell’ultima ora o a Piazza Vittorio
a contare le ombre dei Cinesi sotto i portici pieni di graffiti, oppure verso il mare a guardare
lontano o a sfogliare per l’ennesima volta “La Bellestate” di Pavese.
Non lo so.
Io non ti voglio chiedere nulla.
Vorrei rendere protagonista delle nostre vite, il tempo …
lasciare carta bianca con un sorriso ingenuo che spesso non amiamo concederci..
Vorrei soffocare i giorni troppo corti e anche quando sarò grande farmi prendere per la mano da mio
padre e da quella sua pelle ruvida di lavoro che sa di Marlboro.
Poi vorrei regalare emozioni a chi emozioni non ne ha, a chi non lo sa che vuol dire.. libertà…
vorrei non pensare a smettere di bere e fumare ma dicono che sarà inevitabile non chiedersi il perché..
E poi sai cosa vorrei?
una rivoluzione… ma niente pistole, (o almeno non troppe) vorrei combattere con queste righe…
vorrei una politica giusta, i giornalisti veri e le radiolibere.
Non voglio fermare i tempo, chi cazzo sono io per farlo?
..però una cosa la posso fare: dare le spalle al mondo, non tornare mai indietro..
tradire quello che c’è da tradire e rispettare ciò che è giusto rispettare,
scambiare i giorni con le lune e le lune con i giorni…
aspettare aspettare, e a volte ricordare che la vita scorre in fretta,
anche ora che ho finito la voce e terminato la sigaretta.
*di Marco Amoroso
a cura di Silvia Buffo