A quindici anni di distanza dall’ultimo album di inediti Accadueo (Warner Music, 1998), ritorna Eugenio Finardi col suo nuovo lavoro Fibrillante (Universal Music, 2014).
Il cantautore commenta così il suo ritorno discografico:
«Avevo smesso quindici anni fa di fare inediti in italiano perché mi sembrava che la spinta propulsiva che mi aveva fatto iniziare a scrivere negli anni ’70 si fosse esaurita […] Il ruolo del cantautore, il ‘fare Finardi’ mi era diventato estremamente stretto, mi sentivo prigioniero di un’immagine. Sentivo il bisogno di uscire da quel meccanismo».
Ecco perché in tutto questo tempo Finardi si è dedicato a vari progetti che lo hanno visto muoversi dal blues alla musica classica contemporanea, lasciandosi andare, «libero di spaziare in tutte le possibili direzioni».
La scelta del titolo prende spunto dalla patologia che lo ha colpito a seguito di una tempesta tiroidea e dei suoi risvolti fisici e psicologici, accompagnati da deliri, ma anche da grandi afflati creativi.
Fibrillante, prodotto da Max Casacci (Subsonica), è un disco registrato e cantato quasi interamente dal vivo, con poche sovraincisioni, per mantenere intatte quel tipo di elettricità e di energia, tipiche delle performance live. Vanta collaborazioni importanti tra cui Tommaso (Cerasuolo) e Gigi (Giancursi) dei Perturbazione – autori tra l’altro con lui di due brani – Manuel Agnelli (Afterhours) e Patrizio Fariselli (Ex Area).
Le presentazioni dell’album, negli show-case vedono Finardi affiancato dalla nuova e giovane band composta da Claudio Arfinengo (batteria), Marco Lamagna (basso), Paolo Gambino (pianoforte) e Giovanni Maggiore (chitarra) che hanno contribuito anche alla stesura e alla produzione dei pezzi, con un cameo della nipote Federica Finardi al violoncello.
Tra i brani proposti, oltre alla title-track, La canzone di Franco, nata dall’incontro toccante con un ex discografico diventato clochard al quale non è più permesso vedere la figlia, Come Savonarola e Me ne vado che esprimono il senso di impotenza e la voglia di denuncia socio-politica del livello di degrado della società odierna.
Fibrillante è un disco di lotta, in cui Finardi torna a fare il “Finardi”, ritrovando la vena di ribelle, la rabbia degli anni ’70, l’indignazione e la coscienza.
«Mi disgusta questa ricchezza in mano a pochi. Dicono che si nasce incendiari e si muore pompieri; beh, a me è successo il contrario. Io sono rimasto sulle stesse posizioni degli anni ’70 , ma è il mondo che si è spostato a destra».
Insomma il cantante della “Musica Ribelle” sembra tornato ad una nuova stagione di Rock, all’insegna dell’impegno sociale ma, soprattutto, della buona musica d’autore.
ALEX PIERRO