Associazionismo ‘assertivo’, principi liberal democratici e un approccio nuovo alla ‘politica del fare’.
Procede rigoroso il calendario lavori dell’ “istituto di cultura europea Italide” che, dopo l’ inagurazione a dicembre, presso la sala delle Colonne – camera dei deputati – il 17 febbraio scorso, ha già mosso i suoi primi passi dalla prestigiosa residenza di palazzo Ferraioli, con la riunione programmatica per l’ anno 2014.
Il congresso è stato inaugurato dalla dottoressa Antonella Freno – presidentessa della commissione nazionale per la tutela del patrimonio artistico – che ha rimarcato la necessità di creare una coscienza culturale in una nuova aggregazione «capace di fare da pungolo, nonché da sprone, alla creatività, per caratterizzare una voglia di fare politica ‘costruttiva’, piuttosto che ‘demagogicamente sterile’ e utile solo ai ‘giochi di palazzo’».
Per «ripartire dai giovani» bisognerebbe « creare dipartimenti e mettere in sinergia chi ha in mente una vera ripresa, non facendosi intimorire da quest’economia dai ‘numeri negativi’. E’ necessario esaltare il concetto di eccellenza italiana come input trainante per un inversione di rotta del nostro sistema socio-economico, in forte crisi da anni»
«Insomma, italide come una start-up, una fucina di idee». Anche per questo, l’attenzione si focalizzera’ sull’organizzazione di convegni, mirati alle tematiche concrete e specifiche, nei quali interverranno personaggi illustri del panorama italiano in settori strategici come la medicina, l’economia, la giurisprudenza ed il territorio.
Del resto la nuova associazione si trova ad operare in un momento storico carico di incertezze, dove una dilagante crisi dei valori spinge a promuovere un impegno forte, a sostegno di riforme legislative che focalizzino i veri problemi della società . “Un occhio particolarmente attento non solo all’ Italia ma anche all’ Europa, un desiderio di pace , comunione e integrazione non solo sulla carta ma soprattutto nelle politiche, rivolte a sostenere i giovani, la loro formazione e la loro cultura”. Ecco cosa si augura la dott.ssa Antonella Freno, a conclusione del convegno e ne conveniamo sia un augurio verosimilmente realizzabile. Francesca Palumbo