Breve e intensa si prospetta l’ultima fatica di Carlo Alberto Biazzi. Il giovane regista cremonese sceglie una data importante per il suo primo ingresso romano. In realtà, la data è conseguenza del tema considerato. Un partigiano e la figlia di un gerarca dovranno difendere il loro amore dalle minacce della guerra.
La lotta partigiana, nella sua cruda realtà, può offrire momenti molto intensi e si fa interessante anche senza l’aiuto di virtuosismi artistici. Le belle storie non necessitano di bravi scrittori, si sa. Ma dall’incontro di queste due componenti, in passato, sono nati prodotti che hanno dato enorme decoro al nostro paese. E anche a quei prodotti pensa Biazzi quando deve cercare dei modelli. E quando gli si chiede chi sono i suoi maestri, il giovane regista ricorda con amore quei tempi del cinema italiano che – si sa – non torneranno. Anche perché, avendo scelto la strada del cinema indipendente «si cerca di recuperare con la ricchezza di idee la ristrettezza economica».
Nemmeno trent’anni e Biazzi ha già all’ attivo realizzazioni e collaborazioni di tutto rispetto. Francesco Freda, per esempio, prima di lavorare con lui ha truccato i divi più famosi del cinema italiano e internazionale. Riceverà, infatti, lo spazio che gli compete con una mostra che omaggia i suoi 66 anni di carriera. D’altra parte, Sophia Loren, Mastroianni, Ava Gardner, Jack Nicholson e Katharine Hepburn sono solo alcuni dei volti esaltati dai suoi pennelli.
Elisiana Fratocchi