«Quando inizio a lavorare con un Biazzi o con un De Sica non posso che approcciare alla stessa maniera, con il medesimo impegno; solo questa disposizione assicura ogni riuscita». A parlare è Francesco Freda, il truccatore dei divi: dalla Sandrelli alla Loren, da Mastroianni a Audrey Hapburn. La mostra che celebra i suoi 60 anni di carriera si risolve in una serie di scatti emotivamente toccanti. La sua presenza lì ha dato l’illusione al pubblico di accorciare le distanze che separano dalle divinità del nostro cinema.
La mostra – come annunciato – ha fatto da cornice alla proiezione del corto di Carlo Alberto Biazzi, che pure ha avuto l’onore di impreziosire il suo lavoro con la mano del maestro. L’incontro con il regista illumina sempre la visione della pellicola. E anche questa volta, la presenza di Biazzi si rivela fondamentale per poter fruire dell’opera conoscendone anche la composizione. Tra le altre cose il regista cremonese rivela nientemeno che i motivi che hanno determinato la genesi dell’opera. Un interessante particolare autobiografico è sufficiente a fornire gli ingredienti fondamentali al corto, senza però determinarne completamente la sinossi. Un nonno partigiano nelle fiamme verdi di sicuro determina la vicinanza di Biazzi a certi temi. La fantasia di un giovane regista, però, non può non andare oltre il dato autobiografico. La storia d’amore dei due protagonisti è un’idea nata e sviluppata soltanto dall’entusiasmo del giovane regista.
Questo entusiasmo diventa epidemico e dal direttore della scena giunge chiunque abbia preso parte al lavoro. «Carlo ha passato la sua storia così come l’ha sentita lui, e noi abbiamo cercato di prendere il meglio». Questo il commento di Francesca Napoli, la bella protagonista del corto, che a dispetto della sua giovane età, dimostra un’apprezzabile professionalità.
Elisiana Fratocchi