E’ stato messo a punto dall’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, il nuovo Regolamento sui mezzi aeromobili a pilotaggio remoto, conosciuti anche come “droni”, che da ieri è entrato in vigore.
Il documento distingue due categorie di velivoli radiocomandati: quelli utilizzati per scopi ricreativi e sportivi, denominati “aeromodelli” e quelli per attività professionali e lavorative, i veri e propri Aerei a Pilotaggio Remoto (APR).
I piloti di APR oltre ad essere maggiorenni, dovranno frequentare un corso di addestramento e ottenere una sorta di “patente” e il velivolo dovrà essere assicurato.
Stabilite anche le norme di comportamento, ad esempio non si può operare al buio e bisogna tenere una distanza di almeno 50 metri da cose e persone e di 150 metri da aree congestionate.
Le aziende impegnate oggi nel settore degli APR sono circa 400 e il loro numero è destinato a crescere. Difficile invece stimare il numero dei droni che attualmente volano in Italia, forse attorno ai 500, sia ad ala fissa che ad ala rotante, da quelli più piccoli a quelli più complessi e sofisticati.
Questi velivoli sono utilizzati in svariate attività professionali, dalle riprese televisive e cinematografiche fino al controllo di dighe e al monitoraggio ambientale.
Adeguatamente equipaggiati con sensori e radar, sono utilizzati anche dalla forze di polizia per attività di ricerca e soccorso e anche per attività di ricerca scientifica e tecnologica.
Il 24 e 25 maggio sarà l’occasione per fare un punto sulla situazione durante il “Roma Drone Expo and Show”, la prima mostra italiana dedicata ai velivoli pilotati a distanza.
In questa occasione l’ENAC incontrerà ufficialmente tutti coloro che per diversi motivi sono legati al mondo dei droni o perché case costruttrici, o perché utilizzatori per un confronto approfondito dopo l’entrata in vigore del Regolamento.
Daniela Gabriele