Nel quartiere Marconi si è svolta venerdì 16 maggio l’attesa assemblea del Comitato No Pup Fermi riguardante la colata di cemento sul quadrante via Fermi – Ex Miralanza. L’incontro mirava, attraverso una partecipazione trasversale cittadini-Amministrazione, a fare il punto della situazione, anche alla luce degli ultimi avvenimenti. Un’apertura al dialogo e una ricerca di soluzioni concrete che non è stata disattesa dalla positiva risposta delle Istituzioni. Presenti infatti, oltre al Pres. Maurizio Veloccia, alcuni consiglieri di più parti politiche come Marco Palma, Daniele Calzetta, Alberto Belloni e Valerio Garipoli.
L’incontro si è sviluppato sui tre progetti che insistono nel quartiere:
– La semi-demolizione e modifica del la destinazione d’uso del Centro Polifunzionale Zeis in via Fermi, sede dell’ Uci Cinema Marconi e della Città del Gusto;
– La costruzione della Casa dello Studente nella zona dell’ex Miralanza;
– La realizzazione del Parco Papareschi.
Per quanto riguarda il Centro Polifunzionale è arrivato pochi giorni fa, a un anno dalla richiesta dei proprietari (Zeis S.r.l.), il rilascio del permesso di costruzione ad attuazione diretta: senza deliberazione o convenzione con l’Amministrazione, in quanto già edificio privato. Il Pres. Veloccia ha dichiarato come «Siamo tutti vittime del Piano Casa che impedisce di opporsi» dimostrando di comprendere il punto di vista dei cittadini. Molte le voci dei residenti che hanno messo in evidenza come la piazza del Centro, seppur un piccolo fazzoletto di cemento, sia fondamentale per il vivere quotidiano e per la socialità dei bambini e giovani del quartiere. Molti i genitori che hanno ricordato come in quella piazza, l’unica esistente, abbiano insegnato ai loro figli ad andare in bicicletta o come sia bello poterli portare a giocare lì.
Ora, nonostante non ci sia aumento di volumetria rispetto all’odierna costruzione, la piazza con fontane, supermercato, sportello Asl e ludoteca verrà spazzata via. Al suo posto tre palazzine di cinque piani con abitazioni di pregio ognuna di 46 mq circa. A parte la perdita dei servizi già presenti, i residenti si interrogano su come, in un quartiere ad altissima densità abitativa, dove mancano scuole e servizi pubblici adeguati, si possa far fronte all’arrivo di altre unità familiari e sul pericolo che in un periodo di cosi grave crisi a livello nazionale, queste abitazioni rimangano invendute per la piccola metratura ad alto prezzo.
Il Pres. Veloccia ha espresso la consapevolezza del grande impatto di tale iniziativa privata ricordando che il Consiglio, all’unanimità, ha espresso in una Mozione di Indirizzo la propria contrarietà al progetto. Di fronte alla «perdita di funzioni importanti» un tentativo di soluzione potrebbe essere quello di far modificare il progetto, cercando di ottenere il mantenimento di alcune di queste funzioni, come ad esempio il cinema. L’obiettivo deve essere inseguito sia dall’Amministrazione, sia dai residenti, con uno sforzo collettivo e collaborativo: questo il punto di vista del Presidente. Quest’ultimo ha evidenziato anche come i contributi in cambio del permesso a costruire debbano obbligatoriamente essere utilizzati nella stessa area Marconi.
Riguardo al progetto della Casa dello Studente si sono riassunte le principali tappe: dall’acquisto da parte dell’allora Adisu, ora LazioDisu, ai recenti ritrovamenti di reperti archeologici di epoca preromana. Rispetto alle aspettative gli scavi sono più consistenti e il tutto è rallentato dagli allagamenti che spesso, in caso di forti piogge, coinvolgono l’area. Il progetto a tutt’oggi vincitore è la cosiddetta Nave dell’architetto Purini. Tale opera sembra ormai irrealizzabile per la tipologia di reperti venuti alla luce. Si prospetta dunque, come soluzione, una delocalizzazione dello studentato con conseguente compensazione a favore della LazioDisu. Certo è che se, grazie ai resti ritrovati, si potesse vincolare tutta l’area, nascerebbe un Parco archeologico, in linea di continuità con l’adiacente creazione del Parco Papareschi.
Molti dubbi e preoccupazioni anche su questo progetto di verde pubblico su ex aree private, cedute al Comune attraverso lunghe trattative durate anni. Il parco dovrebbe interessare tutta la zona intorno agli edifici Livoli, Exol e Diroc dell’Ex Miralanza. Il Diroc in particolare dovrebbe accogliere un asilo come opera a scomputo, in base a un’espressa richiesta dell’allora Amministrazione Municipale, accolta poi negli Accordi di Programma e nelle delibere. Interessante l’intervento di una residente che ha giustamente posto l’accento sull’assoluta necessità che questo asilo venga costruito visto il basso numero di quelli già presenti e le condizioni strutturali in cui purtroppo versano.
Anche Parco Papareschi è opera a scomputo per la costruzione, dall’altra parte del Tevere, del complesso Docks S.r.l. Il progetto definitivo e la relativa Conferenza di Servizi risalgono a circa sette anni fa. L’attuale Amministrazione ha ripreso in mano questo vecchio progetto tentando di renderlo esecutivo. E’ stato dunque chiesto a Docks S.r.l. di assegnare il progetto a un loro professionista per sviluppare una proposta che, in base alle decisioni prese in sede di Conferenza di Servizi, potesse diventare esecutiva. L’Amministrazione oltre a questo ha richiesto che ci fosse una progettazione partecipata con i cittadini: progettazione che dovrebbe interessare dettagli del progetto come gli accessi, la tipologia di verde, la presenza o meno di fontane. Alcuni residenti hanno evidenziato come questa progettazione partecipata lasci forti dubbi, in particolare dopo la presentazione, nel quarto e ultimo incontro, di un progetto avente, sotto il Parco, un parcheggio interrato.
Il Pres. Veloccia a riguardo ha espresso l’assoluta impossibilità di costruire un parcheggio interrato in Via Einstein- Vicolo Pietra Papa- in quanto ogni intervento che non sia stato approvato in Conferenza di Servizi non può inderogabilmente essere fatto. Da questa progettazione partecipata ci si aspettano dunque altre proposte che siano in linea con ciò che fu già stabilito. Quando la proposta soddisferà ciò e avrà il consenso dei cittadini solo allora il progetto verrà approvato come esecutivo.
In conclusione, se da una parte il Centro Polifunzionale divorato dal Piano Casa lascia l’amaro in bocca dall’altra si apre uno spiraglio di speranza per il Parco: da progettare con consapevolezza per evitare gli errori del passato. Una riqualificazione tutta in divenire e per la quale battersi in nome dei cittadini e di nessun altro interesse.
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