“Egitto: doni del Nilo che vivono tra noi”, è questo il titolo del XII incontro cofinanziato dall’Unione Europea, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Ministero dell’Interno, in collaborazione con IDOS, dedicato alla comunità egiziana.
Giovedì 8 maggio presso la Sala Convegni della Banca dei Paschi di Siena, in Via Minghetti 30/A, nel cuore di Roma, sin dalla mattina si sono svolti due convegni riguardanti la comunità e il lavoro. Nel pomeriggio si può respirare l’aria dell’Egitto e la prospettiva cambia, la platea sempre più variegata: egiziani, italiani, studiosi, dottorandi, giornalisti, bengalesi, somali, spagnoli e altre nazionalità. La sala convegni era gremita di persone interessate alla cultura e alla comunità egiziana. C’è anche la tv egiziana, TVWORKS, con il suo portavoce e la sua video maker, Hanaa Youssef, che studia peraltro per diventare mediatrice cultura in Italia.
Non si tratta della classica conferenza, ma è qualcosa di diverso: viene dato il benvenuto ai partecipanti con la performance musicale di due artisti egiziani, alla quale segue un’introduzione del Portale Immigrazione Migranti presente online dal 2012, un ottimo strumento di ricerca per chi collabora, studia o è soltanto incuriosito dal campo dell’immigrazione.
I primi flussi migratori provenienti dall’Egitto si hanno dagli anni ’70, prettamente maschili. Oggi solo il 30% della comunità è femminile, questo inevitabilmente si ripercuote su tanti ambiti e differenzia la comunità egiziana da tante altre che hanno raggiunto percentuali di migrazione femminile quasi pari a quelle maschili.
Attualmente 123 mila sono gli Egiziani in Italia, l’ottava comunità in Italia: questo significa che 1 straniero su 30 è di origine egiziana, secondo i dati dell’IDOS aggiornati al 2013. E’ una comunità molto giovane, un numero cospicuo di minori non accompagnati nel nostro Paese di circa 1300 ragazzi. Il 75% vive al nord, in Lombardia, e al secondo posto c’è il Lazio.
Moltissimi egiziani hanno avuto la possibilità di richiedere il permesso di soggiorno di lunga durata, poiché presenti appunto sul territorio italiano da diversi anni e questo pian piano ha dato anche la possibilità di cominciare ad aumentare le percentuali dei ricongiungimenti familiari.
Ad interrompere piacevolmente questo momento di introduzione è un poeta, Magdi, che interpreta una poesia in arabo, poi tradotta in italiano. La poesia, molto appassionata, dal titolo “Amato Egitto”, termina con un invito a gridare insieme un inno al Paese.
Subito dopo la prima tavola rotonda, alla quale ne segue un’altra legata alle Istituzioni coinvolte. Sin da subito parlano i rappresentanti delle varie associazioni egiziane. Ognuno di loro racconta la propria vicenda in Italia, di studio e di grandi esperienze. A moderare gli interventi è Luca Di Sciullo, responsabile della redazione del Dossier Statistico sull’ Immigrazione: le sue domande sono connesse alle tematiche dell’integrazione, spaziando dalla lingua italiana, al lavoro, alla sanità, alla scuola, alle nuove generazioni. Molti sono gli argomenti, ognuno sceglie l’ambito di cui parlare dal proprio punto di vista e secondo la propria esperienza.
Tra i vari rappresentati c’è anche un Imam, il ministro del culto islamico della sala di preghiera della zona della Magliana, che racconta la sua vita qui in Italia da 20 anni, narra le difficoltà, ma anche l’accoglienza degli italiani nei confronti della loro comunità. Abituato in Egitto, dove non vi era una differenza tra musulmani e cristiani, ha compreso che l’Italia sarebbe arrivata a un rapporto di integrazione molto presto. E’ soddisfatto del suo lavoro come religioso, ma anche come mediatore tra la sua comunità e gli italiani delle zone di Viale Marconi e Magliana, con i quali negli anni, ha instaurato un rapporto di fiducia reciproca. «Noi dobbiamo essere come la pioggia, utili per la società», afferma.
La conferenza continua alternando le tematiche dell’integrazione alle perfomance egiziane, in un clima di profonda condivisione dei fabbisogni delle comunità.
Al termine dell’incontro viene donata a tutti una busta contenente cibo tipico egiziano a cura del Centro Culturale Arabo di Via Cavour.
Il ciclo di incontri – iniziato il 19 febbraio a Roma con la comunità dello Sri Lanka e che terminerà sempre a Roma il 29 maggio con un evento conclusivo su tutte le comunità – è davvero la manifestazione che l’Italia sta cambiando e a comprenderlo non sono solo i migranti o i cittadini, ma anche le Istituzioni. Un primo passo per far conoscere le altre culture e le comunità, dando a loro la possibilità di esprimersi e di raccontarsi.
Il prossimo incontro si svolgerà a Roma lunedì 12 maggio, sempre presso la Sala convegni di Via Mighetti 30/A e questa volta ospiterà la comunità del Bangladesh, una delle più numerose a Roma. Un’ottima opportunità per conoscere altre culture anche attraverso performance di musica, canto e cibo tipico. Daniela Gabriele