In seguito ai raccapriccianti fatti accaduti negli ultimi giorni, l’amministrazione statunitense ha manifestato tutto il suo rammarico: é ritornata all’attacco sul tema della vendita facile delle armi da fuoco nel Paese. Nel giro di una settimana due stragi hanno colpito l’America determinando la morte di ben sette persone. Proprio negli ultimi giorni, l’influente Senatrice democratica Diane Feinsteine ha manifestato l’intenzione di presentare un progetto al Senato che determini la reintroduzione del bando delle armi d’assalto. Ma la NRA si dice contraria.
L’8 giugno un uomo e una donna, dopo essere entrati in un locale della catena di pizzerie Cici’s a Las Vegas e aver sparato a due poliziotti, si sono diretti verso il grande magazzino Walmart e hanno commesso l’omicidio di una terza persona, per poi concludere la strage uccidendosi a vicenda. E ancora un altro caso nell’Oregon: il giorno dopo, un ragazzo, munito di giubbotto antiproiettile e casco, è entrato nell’Istituto Reynolds High School e ha sparato a uno studente, per poi essere a sua volta ucciso. Le dichiarazioni di Obama tuonano indignate e accusatorie: «la mia grande frustrazione è che in questa società non c’è la volontà di prendere alcune misure essenziali per tenere le armi da fuoco lontane dalle persone sbagliate».
L’amministrazione americana aveva già tentato due anni fa di porre dei limiti al secondo emendamento della Costituzione in seguito al massacro di ventisette persone a opera di un ragazzo di vent’anni, munito di un fucile semiautomatico, nella scuola elementare del Connecticut Sandy High School.
La maggior parte delle leggi e dei regolamenti statali sulle armi, come le leggi federali, si rifanno all’interpretazione estensiva di questo emendamento, attribuendo a tutti i privati cittadini la possibilità di possedere armi da fuoco. Obama cercò di introdurre una riforma della legislazione sulle armi, che venne stilata dall’allora vice Presidente Joe Biden, con il supporto di una commissione di esperti. Essa però non venne mai approvata a causa dell’accanita opposizione della potente lobby americana National Riffle Association (NRA), fondata nel 1871 a New York con l’intento di promuovere la detenzione di armi da fuoco negli Usa.
L’organizzazione si è dichiarata ugualmente avversa al progetto proposto negli ultimi giorni dalla Senatrice democratica Diane Feinsteine, prevedente la reintroduzione del bando delle armi d’assalto, che fu in vigore negli USA dal 1994 al 2004.
Malgrado l’intenzione di presentare il progetto al Senato e il presunto appoggio del Presidente stesso, le parole pronunciate dall’amministratore delegato della NRA, Wayne LaPierre, all’epoca della sparatoria nel Connecticut, presagiscono un’aspra lotta per l’approvazione della riforma: «l’unica cosa che ferma un cattivo con una pistola è un buono con una pistola, gli squilibrati approfittano del fatto che le scuole sono spesso considerate zone vietate alle armi» e la necessità di «seguire l’esempio israeliano», prevedendo la sorveglianza delle scuole da parte di guardie armate.
di Priscilla Sassi