ROMA – Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto ieri al Quirinale il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, e il Collegio dei Commissari Europei in occasione dell’apertura del semestre di presidenza italiana.
Napolitano nel suo lungo discorso di fronte ai vertici dell’Ue ha detto:« Dobbiamo riuscire a combinare la coerenza dei nostri impegni per il risanamento della finanza pubblica con i doveri imperiosi del rilancio della crescita e dell’occupazione. Bisogna sottolineare che abbiamo fatto molto negli ultimi anni: l’aggiustamento della finanza pubblica che c’e’ stato in Italia negli ultimi anni può sfidare qualsiasi termine di paragone. Siamo pienamente consapevoli della necessità di una ulteriore esplicazione dei nostri impegni per il risanamento finanziario e per la riduzione del nostro stock di debito pubblico. L’Italia ha avuto in realtà meno ricadute sul proprio sistema bancario della crisi finanziaria globale di quante non ne abbiano avuto altri Paesi. Anche in questo campo siamo impegnati ad andare avanti e soprattutto a creare le condizioni perché ci sia un forte rilancio dell’impegno da parte degli istituti di credito di finanziamento degli investimenti, di finanziamento delle imprese. In questi mesi abbiamo avuto impulsi molto importanti dalla Banca centrale europea. Per questo ritengo che abbiamo ancora esigenze serissime da soddisfare in questo senso e il premier Matteo Renzi è stato molto netto nel riaffermare questo impegno, questo dovere per l’Italia. Forse dovremmo tutti smetterla di mettere sul conto dell’Europa le decisioni sgradevoli presentandole ai nostri cittadini come obblighi impostici, dovremmo assumerci le nostre responsabilità da punto di vista dell’interesse nazionale».
L’inquilino del Quirinale ha poi affrontato il tema dell’immigrazione, pronunciando le seguenti parole:« Basta con le polemiche sulle responsabilità, il problema dell’immigrazione ha raggiunto dimensioni epocali e va risolto insieme. Dobbiamo metterci sulla stessa parte del tavolo per affrontarlo».
Ernesto De Benedictis