L’attività sportiva contribuisce in modo determinante alla salute psicofisica degli individui, ma ogni anno le offerte sportive dedicate ai giovani si moltiplicano ed è difficile individuare quella giusta. Per capire come scegliere la scuola di danza, abbiamo intervistato Stefania Eleuteri, insegnante e direttrice artistica della scuola di danza A.S.D Dance Team che ha sede presso il nuovo centro sportivo Jem Fitness di Casal Palocco.
Come è nata l’associazione? Quanti sono gli iscritti all’associazione?
«L’associazione è nata dalla passione per la danza. Penso che alla domanda quanti sono gli iscritti non abbiamo mai risposto, io personalmente non li ho mai contati. Sono stati sempre quelli giusti per parlare della mia danza, ma da giovane, ho gestito da sola classi di quaranta bambini, questo me lo ricordo…»
Devo effettuare una visita medica o portare un certificato medico? Di che tipo?
«Da qualche anno il certificato medico non è più obbligatorio per le ASD, ma noi lo chiediamo al momento dell’iscrizione per una sicurezza in più e torna utile anche ai ragazzi che si prestano ad una visita medica in più. Il certificato è di sana robusta costituzione fisica, non agonistica, ma per alcune discipline è richiesto agonistico»
L’associazione ha il defibrillatore? Sapete usarlo? Gli iscritti sono assicurati?
«Sì, c’è il defibrillatore perché abbiamo seguito il corso, anche se, stando alle comunicazioni del CONI, non è stata ancora approvata definitivamente la legge per le ASD. Gli iscritti sono pluri assicurati»
Che metodo viene insegnato?
«Il metodo Stefania Eleuteri, che attinge da tutti gli illustri maestri che ho avuto l’onore di conoscere e dalle mie esperienze professionali. Mi dicono che la mia sbarra sia molto francese e questo mi piace»
Quando ha cominciato a pensare di insegnare danza e cosa l’ha spinta ad intraprendere questa carriera?
«Mai pensato di insegnare danza, non avrei mai osato, è stata la mia insegnante a propormelo ed è stato un benestare che mi porto sempre dietro, raro, oggi come oggi»
Cosa si indossa per la prima lezione?
«Alla prima lezione si indossano pantacollant, calzini, maglietta e tanta emozione»
Cosa comprende la quota di iscrizione?
«La quota di iscrizione comprende tessere, materiale cartaceo vario e vale un anno accademico, ma soprattutto l’inserimento certo nei corsi di danza e ovviamente l’assicurazione del socio»
Se non mi piace vengo rimborsato?
«In 24 anni di attività, non è mai accaduto che qualcuno dicesse “non mi piace e vorrei essere rimborsato”, perché ci sono le lezioni di prova e perché di solito chi smette, scompare con qualche senso di colpa, sapendo che forse avrebbe dovuto concludere l’anno e completare i pagamenti, come previsto tra l’altro dallo statuto delle ASD firmato dai soci. Comunque, in casi particolari e delicati, abbiamo restituito la quota perché ogni allievo è un caso a parte»
In cosa consistono le lezioni di prova?
«Le lezioni di prova consentono anche al maestro di valutare le attitudini dell’allievo, sono ovviamente gratuite e arrivano anche a tre perché vogliamo essere certi che non vengano buttati i soldi dell’iscrizione, che per noi rappresenta principalmente l’inizio di un percorso nella danza. Nella lezione di prova si rappresentano: tecnica, riscaldamento, movimento e coreografia»
Se salto una lezione?
«Da noi, chi salta le lezioni può recuperarle, ma dipende dal motivo dell’assenza, le feste non sono tra i motivi validi. La danza è una disciplina che non insegna soltanto a danzare»
Stefania, quando ha iniziato a studiare danza classica e come è nata questa passione?
«Ho iniziato con il modern con base classica, successivamente mi sono avvicinata al classico, senza mai abbandonare il modern dal quale mi sento meglio rappresentata. Il mio modello era Heather Parisi, eccellente ballerina di moderno della quale conosciamo le qualità classiche, indispensabili per qualsiasi stile di danza. Il classico è prezioso e si dovrebbe insegnare solo se qualificati e con alle spalle un bel bagaglio da professionista. Noi, umilmente, proponiamo un neo-classico»
Qual è l’età minima e massima degli iscritti? Ci sono limiti di età per iscriversi?
«Dai 4 ai 30 anni. Non ci sono limiti di età per danzare, dipende dalle aspettative che uno ha. La danza è per tutti, ma se si comincia tardi, non ci si può aspettare di diventare dei ballerini professionisti di danza classica, ma vivere mille emozioni migliorando, questo sì. Molto dipende dalle attitudini psicofisiche dell’allievo e soprattutto dalla professionalità dei maestri. Anche in un corso di modern per piccoli, l’insegnante deve saper inserire il classico o impostarli bene nella propedeutica per non renderli poi legnosi nel modern. Ogni individuo, piccolo o grande, ha le sue preferenze e caratteristiche proprio per questo è importante offrire un panorama ampio della danza facendo scoprire agli allievi che, con la volontà, tutto è possibile»
A che età si possono indossare le prime scarpe da punta?
«Le punte vanno indossate dopo dieci anni di buono studio della danza»
Chi fa parte del Direttivo? Gli allievi possono far parte del Direttivo?
«Il Direttivo è composto da un Presidente, un Vice e un Tesoriere. Si può far parte del Direttivo dopo essersi candidati ed essere stati eletti, quindi sì se si candidano»
Gli allievi possono partecipare alle assemblee?
«Gli allievi, che lo desiderano, possono partecipare alle assemblee. Per i piccoli è preferibile la presenza di un genitore»
Stefania, tra gli insegnanti con i quali ha studiato, c’è qualcuno che le è stato di ispirazione nel suo lavoro?
«Tutti gli insegnanti di danza con i quali ho studiato mi hanno lasciato tanto. Sicuramente la prima, Sophie Teckel, perché ha portato la danza nella nostra zona e perché aveva una splendida carriera ed era una professionista seria. Mi ha lasciato un bagaglio inestimabile sulla nascita del modern jazz»
Quali sono le caratteristiche che un buon insegnante di danza dovrebbe possedere?
«Non si insegna quello che si sa ma quello che si è. Seguire tutti, elogiare solo per stimolare a seguire esempi di impegno e credere in quello che si fa»
Quali sono tre errori che un buon insegnante di danza dovrebbe evitare di commettere?
«L’insegnante di danza è un educatore e a volte un genitore aggiunto, quindi deve sempre essere onesto, coerente, dare l’esempio e trasmettere l’amore per quello che fa. Su queste basi è difficile commettere errori. I miei “errori” nascono da queste caratteristiche, perché si scontrano con l’andamento di oggi e con gli ambiziosi di sempre. Da adulti poi, sempre più spesso, nelle loro frasi ritrovo i miei insegnamenti passati. Alcuni li apprezzano, altri li fanno propri, ma è così che funziona»
Ci sono cose nella gestione della scuola che sono difficili da portare a termine?
«Oggi, tutto è difficile da portare a termine, ma io amo sempre terminare quello che inizio. Le strutture non si reggono con le quote dei soci, perché non è giusto aumentarle, mentre i costi di gestione aumentano, perché alcuni proprietari non si sono ancora resi conto di questa realtà mondiale, inoltre la gente è deviata da offerte continue di decine di strutture con la danza dentro, per fortuna c’è sempre chi si informa e cerca la qualità»
Quanto costa mediamente un corso di danza?
«Il netto della quota associativa della danza va dai 50 ai 75 € da settembre a giugno. Le rette si possono scegliere e qualcuno include anche piccole quote del saggio di giugno»
Quali costi deve sostenere l’allievo durante l’anno?
«I costi sono relativi alle rassegne di danza alle quali la scuola partecipa e all’abbigliamento tecnico, anche se spesso scarpe da danza e body durano anni»
Qual è la quota di partecipazione al saggio? Quanto costa il biglietto di ingresso al saggio?
«La quota per il saggio è di circa 200 Euro esclusi i costumi di scena che variano da allievo ad allievo in base a prestiti e recuperi. I teatri hanno la loro influenza sui costi. Per dieci anni il saggio si è tenuto al Teatro Olimpico e ultimamente al Teatro Vittoria. L’ingresso è su invito e prevede un contributo di circa 5 Euro ogni tot di inviti gratuiti. Tutto viene gestito, da sempre, tenendo conto delle esigenze di ogni singolo allievo»
Qual è il suo sogno nel cassetto?
«Il mio sogno nel cassetto è quello di aprire una scuola di danza che selezioni gli allievi per la passione e non soltanto per l’aspetto fisico, come avviene in certe accademie, e di poter regalare la danza a chi la ama. Insomma una specie di scuola di danza dei sogni… veramente gratuita, quindi solo per chi la merita. Parlavamo di sogni»
di Fabio Galli