Oggi l’ex Beatle avrebbe compiuto 74 anni, se la sua vita non fosse stata stroncata la sera dell’8 dicembre 1980 a New York per mano di un suo stesso fan.
Um venticinquenne di nome Mark David Chapman, in preda ad un delirio, esplose contro di lui cinque colpi di pistola, di cui quattro andati a segno, di fronte all’ingresso del Dakota Building (il lussuoso palazzo in cui risiedeva, sulla 72ª strada, nell’Upper West Side) mentre Lennon rincasava con Yoko Ono, sua moglie, dopo una giornata passata al Record Plant Studio.
Lo squilibrato, mentre sparava, esclamò: «Hey, Mr. Lennon». Uno dei proiettili trapassò l’aorta e Lennon fece in tempo a fare ancora qualche passo mormorando «I was shot…(Mi hanno sparato)» prima di cadere al suolo. Soccorso da una pattuglia di polizia, Lennon perse conoscenza durante la corsa verso il Roosvelt Hospital, dove fu dichiarato morto alle 23.07.
L’ironia della sorte vuole che, mentre i medici cercavano di rianimarlo, la radio del Roosevelt diffondeva le note di All My Loving dei Beatles.
La carriera di John Lennon, prima coi Beatles dal 1962 al 1970 e poi da solista fino alla sua tragica morte, è stata di quelle che restano e resteranno per sempre nella storia.
Con la sua musica ha scritto pagine indelebili, legate a una generazione, quella degli anni 60, ma il suo impegno travalica i confini musicali.
È stato un attivista politico e paladino del pacifismo: storico il suo brano Give Peace a Chance, contro la guerra del Vietnam.
Famosi furono anche i Bed-In organizzati dalla coppia Lennon-Yoko Ono, il primo nel marzo del ’69, un evento di protesta pacifista attuato nella camera numero 1902 (oggi 702) dell’Hilton Hotel di Amsterdam. I due, che stavano trascorrendo li la loro luna di miele, rimasero a letto un’intera settimana, dal 25 al 31 marzo, facendosi riprendere da numerosi fotografi. I giornalisti si accalcarono per riuscire ad entrare nella camera, credendo che la coppia avrebbe fatto l’amore in pubblico, davanti alle loro macchine fotografiche, ma si trovarono invece di fronte ai due che, in pigiama, rilasciavano interviste e dichiarazioni sulla pace nel mondo e contro le spese militari.
Al primo Bed-In olandese ne seguì un altro: la coppia in principio aveva scelto New York, ma a Lennon era stato impedito l’accesso negli Stati Uniti per l’accusa di utilizzo di cannabis, così il viaggio di nozze proseguì in Canada, nella provincia del Québec, a Montreal. Di nuovo John e Yoko rimasero chiusi per una settimana, dal 26 maggio al 2 giugno, nella camera 1742 dell’Hotel Fairmont La Reine Elizabeth. Proprio durante questo Bed-In, nella suite dell’hotel canadese, il 1º giugno !969, sotto la direzione di André Perry, fu effettuata la registrazione di Give Peace a Chance, ancora oggi inno del movimento pacifista internazionale.
Questo gli causò non pochi problemi con le autorità statunitensi (in testa fra tutte l’F.B.I), che per lungo tempo spiarono tutte le sue attività e quelle della moglie Yoko Ono, considerandolo un sovversivo e rifiutandogli più volte la Green Card.
Quando fu assassinato Lennon aveva da poco pubblicato il suo ultimo album Double Fantasy che, dato il tragico evento, balzò al primo posto in classifica, sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito, e diede nuovo lustro anche a gran parte dei suoi dischi precedenti.
Lennon è stato posizionato al quinto posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo l’autorevole rivista Rolling Stone che l’ha inserito anche al 55esimo posto nella lista dei 100 migliori chitarristi.
Tra le sue canzoni più conosciute ci sono: I Feel Fine, Strawberry Fields Forever, Istant Karma! E naturalmente l’immortale Imagine, considerata tra le tre canzoni più belle di tutti i tempi, dietro solo a Like a Rolling Stone (Bob Dylan) e (I Can’t Get No) Satisfaction (Rolling Stones).
R.I.P. Mr Lennon…
ALEX PIERRO