I romani chiamano “nasone” le tipiche fontanelle in ghisa che distribuiscono acqua potabile gratuita. Questo nome prende spunto dal tipico rubinetto ricurvo di ferro, la cui forma ha richiamato l’idea di un grande naso.
Furono installate per la prima volta nel 1874, per iniziativa dell’allora assessore Rinazzi, ed erano dotate di tre bocchette a forma di testa di drago. In seguito però, i “nasoni” di nuova installazione vennero realizzati con un semplice cannello liscio e dal tipico foro superiore per bere. Nel comune di Roma i “nasoni” sono circa 2.000, dei quali 378 all’interno delle mura.
Il prototipo presentato dai vertici di Acea con l’assessore capitolino Paolo Masini è un nuovo e rivoluzionario tipo di fontanella con la quale Roma tiene fede alla sua millenaria tradizione di “città delle acque”, aggiornandola a bisogni e stili di vita del terzo millennio. Più fresca della normale acqua di Roma (9 gradi contro 11-12), naturale oppure frizzante, gratuita.
La fontana tecnologica che riceve l’acqua degli acquedotti romani, già buona, la microfiltra e la igienizza con un sistema a raggi ultravioletti, la refrigera e la offre “alla spina” in due varianti – naturale e frizzante – e in due dosi – bicchiere e litro. Il tecno-nasone, denominato “casa dell’acqua”, non si limita a fare il suo mestiere di fontanella: ha porte usb per ricaricare telefonini e tablet e uno schermo hd sul quale vedere il meteo, leggere notizie sul Campidoglio e sul quartiere, informarsi su lavori e novità Acea.
A Roma e provincia, ne verranno installate oltre 100 in tre anni. I vantaggi riguardano sia le tasche dei cittadini che l’ambiente. Acea stima un risparmio fino a 130 euro l’anno per una famiglia di tre persone, grazie al passaggio dall’acqua minerale all’acqua “del sindaco” filtrata, rinfrescata e – se si preferisce – anche con le bollicine. In termini di sostenibilità ambientale, a fronte di un’erogazione prevista di circa 60mila metri cubi di acqua ogni anno.
Gli impianti, fa sapere l’assessore Masini, saranno installati nelle piazze, nei mercati e nelle ville storiche, scegliendo i siti d’intesa con i Municipi. «Si comincia con le periferie», ha dichiarato Masini. «Già nelle prossime settimane i cittadini vedranno le prime “casine” nei mercati di Magliana, Laurentino, Casilino 23, Villa Gordiani e nel mercato Appagliatore di Ostia».
Le “case dell’acqua”, sottolinea l’a.d. di Acea Alberto Irace, «rientrano nel programma di investimenti che saranno attuati nei prossimi tre anni per innovare fortemente le reti e la qualità del servizio idrico integrato a Roma e provincia».
«Acqua fresca, pura, liscia o frizzante, gratis e per tutti che tra l’altro è destinata a incentivare il consumo responsabile e la riduzione dei vuoti a perdere», ha commentato Masini. «Mentre ti disseti, o fai scorta per casa, ricarichi lo smartphone e t’informi. La Capitale è celebre per le sue fontanelle, simboli immortali di questa città», ha aggiunto l’Assessore che ha concluso «Oggi, con questi “nasoni” del futuro, costruiamo un nuovo modo di concepire l’uso dell’acqua, bene comune insostituibile, risorsa preziosa di Roma e dei romani».
«Sugli eco-benefici si sofferma l’assessore all’Ambiente Estella Marino, «Ogni anno si risparmieranno 1.800 tonnellate e 40 milioni di bottiglie di plastica. L’installazione delle casette dell’acqua significherà, quindi, oltre che maggiore sicurezza per la qualità dell’acqua e un notevole risparmio per le famiglie, anche un grande vantaggio dal punto di vista ambientale, limitando la produzione di bottiglie con meno petrolio bruciato e meno energia consumata. Un’iniziativa che dunque merita tutto il supporto, anche per i comportamenti virtuosi indotti dal consumo alla spina: riciclo e riuso delle bottiglie, riduzione degli imballaggi».
di Fabio Galli