La Roma risponde presente. Ancora una volta. E lo fa nella maniera più convincente. Riesce addirittura a farlo sembrare semplice. I tre gol rifilati al Chievo nei primi 33’ minuti di gioco, hanno permesso alla squadra giallorossa di chiudere la pratica “tre punti” prima del duplice fischio arbitrale. La seconda frazione di gioco poi è stata un semplice esercizio. Stilistico se vogliamo. Quasi di routine. Gestione della gara senza troppi patemi d’animo. Senza complicarsi la vita. Senza la ricerca spasmodica del quarto gol che nonostante tutto sarebbe potuto arrivare. Questa Roma ha imparato a gestirsi. Proprio come una grande squadra. A fare possesso palla rapido. A far correre a vuoto l’avversario. A portarlo alle corde e poi a stenderlo con un gancio. Anzi tre.
La Roma ha imparato a vincere, ad essere padrona della gara, a gestire i tempi e i ritmi della partita. Lo ha imparato grazie ai dettami del suo tecnico e alla qualità di una rosa vasta e variegata. Fuori Keita, Manolas e Iturbe? Dentro De Rossi, Astori e Ljajic. “Non esistono titolari in questa squadra” lo ha spiegato più volte Rudi Garcia. A dargli ragione è un dato di fatto: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. La Roma continua a vincere e lo fa anche a prescindere dagli interpreti che scendono in campo. La Roma è squadra corale. Che gioca ad occhi chiusi. Che mastica alla perfezione gli schemi dell’allenatore transalpino. E sfoggia fiera anche il suo carattere. Quella fame di vittoria. Quella rabbia di scendere in campo per sbranare (sportivamente parlando) il malcapitato avversario di turno.
La Roma ha dato sul campo la sua prova di maturità. L’ha data tornando alla vittoria dopo i “fattacci” dello Juventus Stadium. Si è messa alle spalle i torti, le polemiche e le parole di dirigenti troppo avvezzi al mezzo televisivo. Si è leccata le ferite ed è tornata a combattere. Più forte e convinta che mai. Perché se il risultato bugiardo aveva attribuito la vittoria alla Juventus, il campo per chi l’aveva saputo (e voluto leggere) aveva fornito un altro esito. La Roma usciva a testa alta dallo stadio torinese, dopo aver dato prova della sua superiorità a livello caratteriale ma soprattutto tecnico-tattico. Dopo aver dimostrato che il gap esistente lo scorso anno, tra le due contendenti al titolo, era stato colmato. La Juventus nella giornata di sabato, ha vanificato in parte la vittoria con la Roma, andando a pareggiare contro il Sassuolo di Eusebio Di Francesco. Garcia & Co. ringraziano e accorciano in classifica. Stavolta a meno un punto.
Domani invece sarà di nuovo Champions League. Allo Stadio Olimpico la Roma ospiterà i Campioni di Germania: quel Bayern Monaco allenato da un certo Pep Guardiola. L’impegno sarà molto dispendioso a livello di energie fisiche e mentali ma la squadra di Garcia ha dimostrato di poter dire la sua anche in questa competizione, candidandosi al passaggio del turno senza più nascondersi dietro parole di facciata. L’Olimpico sarà quello delle grandi occasioni e ancora una volta la Roma sarà chiamata a non tradire le aspettative.
Michela Cuppini