Dallo Stadio Olimpico esce una Roma ridimensionata. Nell’orgoglio. Nella sicurezza. E probabilmente nelle ambizioni. I marziani allenati da Pep Guardiola fanno ritornare sulla terra Totti e compagni, dimostrando ancora una volta di essere “la squadra da battere” in questa competizione. La Roma paga l’eccessiva sicurezza nei propri mezzi, la fiducia nel proprio sistema di gioco, ma soprattutto la convinzione di poter già essere al livello di uno dei più grandi top club europei.
Il Bayern comincia subito la gara premendo il pedale sull’acceleratore. Guardiola schiera un’inedita difesa a tre, con l’evidente scopo di creare maggiore densità a centrocampo e non lasciare il pallino del gioco ai palleggiatori romanisti. I giallorossi vengono subito ipnotizzati dalla ragnatela di passaggi bavaresi. Robben sempre largo sulla destra crea più di un grattacapo ad Ashley Cole apparso spesso in debito d’ossigeno e incapace di contrastare il fenomeno olandese. E’ proprio da un’iniziativa del fuoriclasse bavarese che scaturisce il primo gol per la squadra ospite: un tiro a giro su cui De Sanctis non può nulla.
E’ solo l’ottavo minuto del primo tempo. La Roma spinta dai 70 mila al seguito accenna una timida reazione. Gervinho al decimo minuto prova a sorprendere Manuel Neuer con un tiro di sinistro indirizzato all’angolino basso, che però non impensierisce particolarmente il gigante tedesco. Arrivano poi i due minuti di follia che costano cari alla squadra di Garcia. Tra il 23° e il 25° minuto la Roma subisce due reti: prima Mario Goetze che con un tiro da fuori area prende in controtempo De Sanctis, poi Robert Lewandoski che con un colpo di testa su cross di Bernat sigla il momentaneo 0 – 3 per la squadra bavarese.
All’Olimpico cala il gelo. E’ notte fonda sulla Roma. La Curva Sud nonostante tutto continua a cantare e a spingere i suoi beniamini verso una rimonta che se non ha dell’impossibile, poco ci manca. Ma la squadra giallorossa non sembra in grado di poter reagire ai tre ceffoni subiti. Perciò il Bayern continua l’assedio verso la porta difesa da Morgan De Sanctis, andando un paio di volte alla conclusione con Mario Goetze e Arjen Robben. E’ proprio quest’ultimo che al minuto trenta firma il quarto gol della gara e la sua personalissima doppietta. Non poteva mancare poi il sigillo di Thomas Muller che prima dell’intervallo, trasforma un rigore concesso dall’arbitro svedese Eriksson. Il tabellone dell’Olimpico segna 0 – 5 per i tedeschi.
Al rientro in campo della Roma, il pubblico sugli spalti riserva un lungo applauso di incoraggiamento alla squadra. Gesto ai limiti della commozione, segnale di grande compattezza tra tifoseria e giocatori. Garcia dal canto suo, prova a mescolare un po’ le carte facendo entrare Cholevas e Florenzi al posto dell’insufficiente Cole e di Capitan Totti. Nonostante il risultato sia ormai compromesso, la Roma sembra comunque più vivace, a causa anche, del naturale rilassamento del Bayern Monaco. Gervinho e Florenzi sciupano due occasioni per testa, scontrandosi non solo contro le parate di Manuel Neuer ma anche contro il palo della porta difesa dal colosso tedesco. Il gol della bandiera romanista arriva al minuto 66’ grazie ad un cross di Nainggolan calibrato alla perfezione per il colpo di testa di Gervinho che da distanza ravvicinata non può sbagliare. Altri due minuti di follia per la Roma: stavolta tra il 78° e l’80°. Timbrano il cartellino anche Frank Ribery e Xherdan Shaqiri da poco entrati in campo. Il punteggio è di 7-1 per la squadra ospite.
Risultato severissimo per la Roma. Ma incontestabile. La squadra di Garcia non è mai scesa in campo, peccando probabilmente di presunzione contro una delle migliori squadre d’Europa. Errore che non si può commettere quando si hanno difronte campioni del calibro di Robben, Ribery, Goetze, Muller, Lewandoski. La crescita della squadra giallorossa negli ultimi anni è evidente, ma il processo di maturazione è ancora lungo. La squadra di Garcia che nel campionato italiano, a parte la Juventus, sembrerebbe non avere rivali, ha dimostrato di non essere ancora all’altezza delle big d’Europa, a causa anche della poca esperienza maturata in Champions League. “Incidenti di percorso nella strada che porta alla gloria”. Questo il commento del Presidente giallorosso James Pallotta.
Michela Cuppini