Roma, 8 dicembre
Al Vittoriano si può approfittare ancora, sino all’inizio di febbraio 2015, della retrospettiva monografica su Mario Sironi: pittore, scultore, architetto, illustratore, scenografico e grafico. Storicamente uno dei più importanti artisti del Novecento italiano e fondatore del Gruppo Novecento che suggeriva un ritorno all’ordine classico dopo le temperie delle avanguardie pre e post belliche.
Le parole di Mario Sironi: «Non so chi ha detto: gli uomini non ricorrono alla verità, lo fanno solo quando sono a corto di bugie. Gli italiani non sono mai a corto di bugie e così è che la verità non si vede in giro da nessunissima parte».
Di Sironi viene ripercorsa nella mostra tutta la parabola artistica cominciando dagli esordi con il movimento simbolista e divisionista, passando poi per il periodo futurista e quello metafisico, andando infine a indagare la forte partecipazione del pittore alla pittura murale fino alle opere mature del secondo Dopoguerra.
Al Vittoriano a Roma sono allestiti, oltre i suoi dipinti, anche riviste, bozzetti e un epistolario che rivela la presenza di Mario Sironi nel dialogo tra gli intellettuali che hanno formato il mondo della cultura del Novecento italiano. Tra le opere monumentali sono presenti L’Impero e Il lavoratore che riflettono la partecipazione al mondo classico dell’artista più che la sua partecipazione alla propaganda fascista che usava gli stessi linguaggi con altri intenti.
Pablo Picasso rivela: «Avete un grande artista, forse il più grande del momento, e non ve ne rendete conto».
Sironi tardò ad essere riconosciuto per l’importanza delle sue opere e del suo pensiero artistico per l’evidente adesione al movimento fascista che gli costò molto in termini di ostracismo intellettuale negli anni del Dopoguerra. Tuttavia la sua partecipazione al Fascismo non lo vide strumento di una propaganda sterile ed esclusivamente politica, ma come fervente sostenitore di un mondo formato di ideali classici, di cui fin dalla fondazione del Movimento Novecento Italiano, si era fatto promotore insieme agli altri artisti del Gruppo come Achille Funi, Anselmo Bucci, Emilio Malerba, Leonardo Dudreville, Pietro Marussig, Ubaldo Oppi.
Del resto il movimento che questi artisti e Sironi maggiormente contrastavano con il loro “ritorno al classico” era il Futurismo di Marinetti, forse la corrente artistica che maggiormente aveva confluito la sua energia creativa nel regime mussoliniano dell’epoca.
Continua Sironi: «Gli uomini debbono essere governati. Lasciati liberi di fare quello che vogliono significa incrementare la bestialità e il disordine».
L’orario d’apertura del Vittoriano è: dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 19.30, dal venerdì al sabato dalle 9.30 alle 22.00 e la domenica dalle 9.30 alle 20.30. Il costo del biglietto è: 12 € intero, 9 € ridotto. Per ulteriori informazioni chiamare il numero 06.6780664.
di Donatella De Stefano