Purtroppo non è stato uno di quegli scherzi di cattivo gusto che, sempre più di frequente, si rincorrono sui social network, dando notizie infondate sulle morti e i malori ora di questo, ora di quell’altro personaggio più o meno noto.
Purtroppo no! Questa volta la notizia è stata terribilmente e tristemente vera.
Pino Daniele non c’è più…
Per capire cosa abbia significato Pino Daniele per la musica italiana basta dare uno sguardo alle manifestazioni spontanee che si sono create da subito, non appena la voce sulla sua morte ha cominciato ad essere confermata da più parti.
A partire dalla folla oceanica, radunatasi spontaneamente in Piazza del Plebiscito nella ‘sua’ Napoli, quella Napoli da lui cantata come solo un figlio orgoglioso di quella terra sa e può fare.
Ma l’affetto che la gente, non solo di Napoli, provava per Pino Daniele è stato testimoniato dalla presenza massiccia al Santuario del Divino Amore a Roma dove ieri, per volontà della famiglia, si sono svolti i funerali.
Un affetto sincero, dimostrato dalla presenza di tanti amici e colleghi del cantante, ma anche, e soprattutto, di tanta gente comune che ha voluto esserci per dare l’ultimo saluto a quel cantante dalla voce un po’ nasale che ti entrava dritta nella testa e, con le sue canzoni, dritta nel cuore.
La sua è stata una carriera fenomenale da quando, a metà degli anni settanta, ha iniziato a suonare il basso con il gruppo Napoli Centrale di quel James Senese, sassofonista, che diventerà uno dei suoi più grandi amici e guida fondamentale, anche una volta intrapresa la carriera solista.
La sua musica era emozione allo stato puro: dalle note che uscivano dalla sua chitarra, della quale era un indiscusso virtuoso, alle melodie che era capace di intonare con la sua voce, seguendo i fraseggi delle sue sei corde.
Una discografia prolifica e poliedrica la sua, della quale non si possono non citare dei capisaldi quali Napul’è, Terra Mia, Yes I Know My Way o A me me piace o Blues, per arrivare anche a brani più scanzonati e ironici, ma non meno pieni di significato, quali O’ Scarrafone o Je so pazzo.
Il Blues era stato il suo primo amore, ma Pino è sempre stato un grande innovatore e sperimentatore, insomma un musicista e un artista a tutto tondo.
Storico è stato anche il connubio con l’amico fraterno Massimo Troisi, con il quale firmò la colonna sonora del film Pensavo fosse amore…invece era un calesse.
Ironia della sorte anche Massimo, scomparso il 4 giugno del 1994, fu stroncato da un infarto a soli 41 anni.
Sarebbero troppe le citazioni riguardanti la sua carriera e la sua musica, da grande artista qual’era e da uomo dal cuore grande; cuore e anima che ha messo fino in fondo nella sua musica.
Ed è per questo che Pino Daniele resterà nei cuori di tutti quelli che, anche solo una volta, hanno ascoltato una sua canzone.
Goodbye Man in Blues.
R.I.P. Pino…