Difficile immaginare la Cuccarini nei panni della perfida Madre Gothel. Ci aveva già pensato la Disney a consegnare la favola dei Grimm al grande successo. La bellezza della storia e alcuni interpreti d’eccezione decretano la riuscita di pubblico anche a teatro. Reduce dei successi di Notre Dame e di Romeo e Giulietta, la bravissima Alessandra Ferrari veste i panni di Rapunzel per la platea capitolina. Un bel Phil in carne e ossa si può apprezzare con l’interpretazione offerta dal giovane Giulio Corso. La torta è buona di per sé, ma se dovesse aver bisogno di ciliegine ci sono gli effetti di magia di Erix Logan. Attivissima da anni nel teatro e in Tv, Rita Pivano ha curato le coinvolgenti coreografie dello spettacolo.
I testi delle canzoni sono stati scritti da Maurizio Colombi, Giulio Nannini e Federico Del Vecchio. Tre autori caratterizzati da stili differenti si uniscono, invece, per scrivere le musiche: il classico Magnabosco collabora con il modernissimo Procacci e con Barillari, che tende decisamente al genere pop-folk. Per non svelare troppi dettagli a chi ancora non l’ha visto, basterà dire che le ambientazioni richiamano in chiave moderna la fiaba classica, non rinunciando a commistione alcuna.
In modo leggero e assolutamente divertente, il regista Maurizio Colombi ha cercato di rendere umani i personaggi della favola dei Grimm conservandone e approfondendone i temi fondamentali. Con toni spesso ironici e sfruttando l’enfasi recitativa degli attori si trattano questioni ataviche come la lotta sempiterna tra egoismo e altruismo, tra vanità e saggezza.
Elisiana Fratocchi