di Alberto Zei
Non si placa la polemica sull’ipogeo tra gli schieramenti contrapposti di coloro che ritengono che si tratti di un luogo sepolcrale etrusco di 2500 anni or sono e coloro che credono invece di essere davanti ad una delle zecche del Principato degli Appiani scavata in questo caso nel duro granito dell’ Isola d’Elba, quattro secoli fa.
Da quanto viene riferito su questo luogo riportato recentemente alla luce della cronaca, risulterebbe che a Marciana era da sempre risaputa l’ esistenza di tale ipogeo che faceva ormai parte di quelle strutture locali utilizzate come ripostigli o depositi di scorie.
Sull’ invalso e disinvolto disuso di questo tipo di strutture fin dai tempi passati, è attualmente improntata la difesa della privacy marcianese, invocata dal Sindaco Anna Bulgaresi che si meraviglia di tanto interesse e scalpore improvvisamente riversato sull’ipogeo da parte di estranei; estranei che ora contestano la destinazione museale di zecca degli Appiani, coniata, è il caso di dire, dalla stessa Marciana, in un ipogeo avvolto dall’oblio dei secoli, come direbbe lo stesso sindaco, oppure dei millenni, secondo altri.
Un nuovo riempimento di calcinacci
Per evitare ulteriori polemiche lo Stato prende finalmente posizione al fine di accertare attraverso il parere della soprintendenza per i beni architettonici di Pisa e di quella archeologica di Firenze, di cosa effettivamente si tratti.
E’ stato richiesto quale fosse il parere dello Stato attraverso l’interpretazione del suo rappresentante locale cioè del Viceprefetto Giovanni Daveti dell’ Elba, con sede a Portoferrario, poiché fino ad ora egli non si era pronunciato, lasciando intendere che riteneva rimanere al di fuori dagli interessi locali.
La situazione non era però in questi termini, in quanto il Viceprefetto nel corso di un incontro con lo scrivente sul tema ipogeo di Marciana, ha chiaramente espresso il proprio diretto e vivo interessamento alla questione.
L’ iniziativa del Viceprefetto
Egli infatti ritiene, anche al fine economico del turismo indotto dalla riscoperta a Marciana di questo interessante sito, che la località sia destinata a divenire un richiamo museale per un sempre più grande numero di visitatori, se alla fine verrà allestito nel luogo un attraente museo che la stessa Elba meriterebbe per i grandi valori patrimoniali e culturali disseminati nel suo territorio.
Si è così appreso che egli convocherà tra breve, gli interessati più rappresentativi delle parti contrapposte che insieme ai Sopraintendenti dei settori competenti di Firenze e di Pisa in modo che possano esprimere i loro orientamenti sulla questione. In questa circostanza potranno e dovranno manifestare “pro veritate” il documentato convincimento sull’ una o sull’altra tesi.
Saranno invitati unitamente a questi anche autorevoli professionisti dell’archeologia nazionale e internazionale, come il Prof. Michelangelo Zecchini (che ha già descritto l’ipogeo come tomba etrusca nel suo libro “Elba isola, olim Ilva, 2014), ed altri che potranno portare il loro contributo all’accertamento della realtà delle cose.
In attesa di eventi
Si resta in attesa di conoscere gli eventi che si concluderanno in questa importante riunione.
Dopo di che, chiarite le posizioni delle parti, l’ipogeo seguirà l’indirizzo museale che il giudizio autentico degli esperti indicherà.
Si tratterebbe in primo luogo, di una sorta di avvio ad un’opera museale a vantaggio economico sicuramente di Marciana. Vedremo poi, a fronte dell’ interesse culturale dei visitatori se questi saranno soprattutto toscani, incuriositi di un’altra delle zecche del Principato degli Appiani, pur senza neppure una moneta coniata in loco da mostrare ai visitatori; o se invece la scoperta di un luogo sepolcrale etrusco, scavato per l’ eternità con il ferro dell’ Elba nel duro granito della stessa Isola, potrà richiamare i cittadini del mondo affascinati dai misteri sempre attuali della civiltà etrusca.