La piaga degli affitti agli studenti universitari di Roma sembra non avere mai fine: se da un lato sembrano essere diminuiti gli affitti in nero, dall’altro restano i costi proibitivi delle stanze nonostante la crisi che persiste in Italia. Gran parte degli studenti intervistati hanno trovato una sistemazione con un contratto regolare, soprattutto perché si sono rivolti ad agenzie immobiliari o a siti internet specializzati, ma tutti hanno denunciato i costi troppo elevati delle stanze: «ti propongono 350 euro più le spese condominiali anche se la stanza è in una zona poco centrale – ha raccontato Maria, una studentessa di lettere dell’università “La Sapienza”- non solo per una singola, ma anche per una doppia, solo perché si trovano a pochi passi dalla fermata della metro. I proprietari di casa non pensano che bisognerebbe andare incontro ad una famiglia che cerca di mantenere una figlia all’università».
I costi alti delle stanze per gli studenti universitari influiscono anche sulla vita sociale dei ragazzi: «si cerca di contenere le spese per vestiti, cibo e svago, visti i prezzi esorbitanti degli affitti e del condominio a Roma, si cerca di risparmiare su tutto», ha dichiarato Daniele, studente della “Sapienza” di Roma. Quando gli studenti, invece, cercano di risparmiare sull’affitto si trovano davanti ad un altro problema, quello del sovraffollamento casalingo: «Nella casa dove abitavo prima, sulla Tiburtina, non pagavo molto, circa 390 euro al mese spese incluse, per la media degli affitti a Roma, ma in casa eravamo in sette e in stanze singole davvero molto piccole. – ha raccontato Alessandra, studentessa dell’università “La sapienza”- Ora la situazione è diversa: vivo in un’altra casa e pago circa ottanta euro in più al mese, ma ora ho una stanza singola enorme e molto luminosa, e sono solo due coninquiline in casa».
Dall’inchiesta emerge l’aumento dei contratti d’affitto regolari, merito questo della legge sulla cedolare secca, introdotta nel marzo del 2011, che ha indotto i proprietari di casa a regolare i contratti d’affitto, pena la stipula di un contratto da parte del giudice a condizioni molto vantaggiose per l’inquilino. La Guardia di Finanza in questi anni ha promosso numerose iniziative contro gli affitti in nero, con l’istituzione di una e-mail per denunciare il fenomeno, e a Roma con la campagna “Studia e vivi a Roma. Affitti in nero: convenienza zero”, realizzata grazie al Comune di Roma, la Regione Lazio, le università “La Sapienza”, “Tor Vergata” e “Roma Tre”, e diffusa tra gli studenti, i proprietari e le agenzie immobiliari.
Inoltre, grazie agli accordi concordati tra le associazioni degli inquilini e i proprietari di immobili, le principali città italiane, tra cui la capitale, sono state suddivise in micro-zone e ad ognuna di queste è stato assegnato un importo massimo. Salta subito agli occhi che il prezzo richiesto per una stanza, singola o doppia a Roma, sia sempre superiore al doppio del massimo legale, ricordando anche che queste tariffe possono essere applicate solo se le sistemazioni offerte rispettano alcuni requisiti di qualità, e molte stanze in affitto agli studenti non lo sono.
Esplorando l’intricato mondo degli affitti però, ci si accorge come il fenomeno degli affitti in nero sia ancora presente: «Nella casa dove vivevo prima avevo un contratto in nero e spendevo davvero molto sia per l’affitto che per le altre spese condominiali, visto che vivevo nel centro di Roma. – continua Daniele, studente di Lettere e Filosofia della “Sapienza”- Avevo trovato casa tramite amicizie e ora mi rendo conto che è meglio trovare una sistemazione con le agenzie così si è tutelati da un contratto e si può risparmiare anche un po’».
Chiara Ferrante