« Siamo alla 56ma edizione, la Biennale che compie 120 anni procede e, anno dopo anno, continua a costruire anche la propria storia, che è fatta di molti ricordi, ma in particolare di un lungo susseguirsi di diversi punti di osservazione del fenomeno della creazione artistica nel contemporaneo» cosi’ ha esordito Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia, durante la conferenza stampa di presentazione della 56.Esposizione Internazionale d’Arte “All the world’s Futures”, curata da Okwui Enwezor, che quest’anno aprirà il 9 maggio con un mese di anticipo rispetto alle edizioni precedenti.
L’esposizione si svolgerà ai Giardini della Biennale e all’Arsenale e sarà affiancata da 89 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 5 i paesi presenti per la prima volta: Grenada, Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico, Repubblica delle Seychelles. Altri paesi partecipano quest’anno dopo una lunga assenza: Ecuador (1966, poi con l’IILA), Filippine (1964), Guatemala (1954, poi con l’IILA). Anche quest’anno sarà presente la Santa Sede che parteciperà con una mostra allestita nelle Sale d’Armi. Il Padiglione Italia in Arsenale, organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la PaBAAC – Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee – sarà curato quest’anno da Vincenzo Trione, mentre i 44 Eventi Collaterali ufficiali ammessi dal curatore e promossi da enti e istituzioni internazionali, saranno presenti con mostre ed iniziative in vari luoghi della città lagunare.
All the world’s Futures, questo il titolo scelto dal curatore per la mostra di quest’anno, formerà un unico percorso espositivo che si articolerà dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale, includendo 136 artisti dei quali 89 presenti per la prima volta, provenienti da 53 paesi, mentre 159 sono le nuove produzioni realizzate per questa edizione. Se «Bice Curiger ci portò il tema della percezione e Massimiliano Gioni fu interessato al fenomeno della creazione artistica dall’interno, alle forze interiori che spingono l’artista a creare»..[..]..«Oggi il mondo ci appare attraversato da gravi fratture e lacerazioni, da forti asimmetrie e da incertezze sulle prospettive. Nonostante i colossali progressi nelle conoscenze e nelle tecnologie, viviamo una sorta di “ Age of anxiety”. E la Biennale torna a osservare il rapporto tra l’arte e lo sviluppo della realtà umana, sociale, politica, nell’incalzare delle forze e dei fenomeni esterni. Si vuole quindi indagare in che modo le tensioni del mondo esterno sollecitano le sensibilità, le energie vitali ed espressive degli artisti, i loro desideri, i moti dell’animo (il loro inner song)» così ha spiegato Paolo Baratta , motivando di come la scelta sia caduta su Okwui Enwezor, anche grazie alla sua particolare sensibilità a questi aspetti.
«Curiger, Gioni, Enwezor: quasi una trilogia – sintetizza il Presidente – tre capitoli di una ricerca della Biennale di Venezia sui riferimenti utili per formulare giudizi estetici sull’arte contemporanea, questione ‘critica’ dopo la fine delle avanguardie e dell’arte ‘non arte’». Quella di quest’anno sarà una mostra globale dove si potranno ascoltare ed interrogare gli artisti partecipanti, provenienti da 53 Paesi e da molte aree geografiche tra le quali, per citarne alcune: Andorra, Angola, Argentina, Australia, Austria,Azerbaijan,Belgio, Brasile,Canada, Cile, Costa Rica, Cuba,Estonia,Emirati Arabi Uniti, Filippine, Francia, Giappone, Gran Bretagna,Grecia,Guatemale, Indonesia, Iraq, Irlanda, Islanda,Israele, Italia, Lussemburgo,essico, Mongolia,Nuova Zelanda, Olanda,Peru, Portogallo, Santa Sede, Seychelles, Spagna,Singapore, Svezia, Thailandia, Uruguay, Venezuela, Zimbabwe.
All the World’s Futures presenterà altresì “Arena” uno spazio attivo nel Padiglione Centrale dei Giardini dedicato a una continua programmazione interdisciplinare dal vivo; l’Arena quindi fungerà da luogo di raccolta della parola parlata, dell’arte del canto, dei recital, delle proiezioni di film, e diventerà il foro delle pubbliche discussioni; l’Arsenale sarà invece palcoscenico di diverse performance , mentre le Corderie ospiteranno Theaster Gates con la sua nuova installazione multimediale Martyr Construction, un’opera che affronta la questione della scomparsa di numerose chiese appartenenti a quartieri con etnie afroamericane e ispaniche in tutti gli Stati Uniti.
La 56. Esposizione Internazionale d’Arte verrà realizzata anche grazie al sostegno di Swatch, partner della manifestazione, ENEL main sponsor, Japan Tobacco International, Vela-Venezia Unica, illycaffè e VEDE-Venice Excellence Design e con la collaborazione di Cleary Gottlieb Steen & Hamilton LLP, Adecco e Ferrovie dello Stato Italiane.
Per ulteriori info: www.labiennale.org Hashtag ufficiale: #biennalearte2015
di Daniela Paties Montagner