Mai come quest’anno tante artiste donne hanno esposto le loro opere per la ricorrenza dell’8 marzo. Un fenomeno diffuso in tutta Europa. Due esempi a Milano e Roma.
In occasione dell’8 marzo si sono moltiplicate in Italia e in Europa le mostre dedicate alle donne e, soprattutto, di artiste donne. Da Monaco a Stoccolma, da Parigi a Londra, un po’ ovunque l’artista donna, spesso dimenticata, è stata in questa occasione celebrata. In qualche caso si parla di avvenimento come a Vienna in questo periodo meta di molti turisti. Qui si celebra una importante retrospettiva di un’artista scomparsa lo scorso anno sulla soglia dei 90 anni, Elaine Sturtevant, considerata esponente di punta della Appropriation Art, cioè l’arte di appropriarsi delle opere degli altri per riproporle. Un’arte praticata da moltissimi artisti per tutto l’arco del ‘900, nomi addirittura impensabili come Picasso e Braque. La Sturtevant divenne famosa riproponendo icone della pop art americana cominciando da Andy Warhol. Per rimanere nel nostro paese ci limiteremo solo a due citazioni. A Milano, nella Galleria di Luca Tommasi, espone una delle artiste italiane sulla cresta dell’onda, Chiara Dynys, che presenta una decina di nuovi lavori realizzati con l’esclusiva tecnica della stampa su lenticolare inserita in suggestive cornici in fusione di metacrilato. In particolare si sviluppa il tema del doppio con la presenza nelle immagini di una coppia di fiori ripresi in plein air, fiori che scompariranno in un monocromo di fondo. Una magia affascinante e di grande sintesi visiva e percettiva nell’arte della Dynys: l’importante è muoversi di fronte all’opera e la magia è fatta. Dalla pop all’optical, con tutto il resto compreso. Nella capitale a Roma molte le proposte. Tra queste abbiamo scelto Maria Rita Bertuccelli che espone presso Micro – Spazio Porta Mazzini. “Linea dentro” il titolo della mostra che racchiude il percorso dell’artista negli ultimi anni, una lavoro fortemente ispirato dalla linea come base essenziale per la ricerca. Un lavoro che richiama anche le avanguardie romane degli anni ’50 e ’60, basti pensare a Forma Uno e Gruppo Uno. Nove le tele esposte di grande formato, una sintesi tra semplicità ed equilibrio.