Una giornata speciale, quella di sabato 4 aprile a Tor Bella Monaca. Grazie alla donazione de “Il Gianfornaio“,uno dei forni piu’ noti della capitale, pane e biscotti saranno distribuiti, sino ad esaurimento, alle famiglie del quartiere in difficoltà. Promotore dell’iniziativa, il Centro antiviolenza di Via Amico Aspertini, che ha riaperto ultimamente dopo una lunga chiusura: Centro che è stato dedicato alla memoria di Marie Anne Erize, giovane argentina che nel 1976 fu tra i primi “desaparecidos” del sanguinoso golpe del generale Videla, che il 24 marzo di quell’anno metteva definitamente fine al sogno peronista (che ancora sopravviveva nella presidenza di Isabelita, seconda moglie del “Generalissimo”).Violentata, torturata e uccisa, Marie Anne rivive ora nell’attività di questo Centro: che, presieduto da Stefania Catallo, prosegue le iniziative per la salute psicofisica dei cittadini svolte, negli ultimi anni, dal vecchio CESSP (Centro di Supporto Psicologico Popolare), e dedica ora particolare impegno al sostegno medico, psicologico e sociale delle donne vittime di casi di violenza. Strada, questa, da tempo percorsa da Stefania Catallo, counselor e autrice di vari saggi con interviste dal vivo a donne di tutte le età e condizioni sociali, accomunate dall’esperienza lacerante della violenza, subìta spesso tra le stesse mura domestiche.
Il pomeriggio alle 15.00, le organizzatrici della manifestazione, congiuntamente al “Grupo de argentinos en Italia por la Memoria Verdad y Justicia“, si recheranno all’isola Tiberina per gettare fiori nel Tevere: in ricordo appunto dell’anniversario della nascita di Marie Anne, e per siglare la lettera da inviare al Sindaco Marino, con la quale si chiederà l’intitolazione d’ una strada alle tante vittime italiane della dittatura militare argentina (1976-1982), e d’ uno spazio verde alla memoria di Marie Anne. “E il titolo dell’iniziativa, “Il pane e le rose”, non e’ casuale”, spiega Stefania Catallo: “ricorda sia il poema dello scrittore USA James Oppenheim, che celebrava lo sciopero delle operaie tessili del 1912 a Lawrence (Kansas), che l ‘omonimo film del 2000 di Ken Loach. Sono iniziative, queste di sabato prossimo, che segnano la necessita’ di ricordare il piu’ tragico colpo di Stato della storia argentina,analogo a quello cileno di tre anni prima: con 30.000 desaparecidos, molti dei quali italiani. L’uomo che torturo’ inizialmente Marie Anne Erize, Jorge Olivera, si vanto’ d’ averla violentata per primo: Marie Anne pago’ per la sua femminilità e per il suo impegno sociale e politico. E questo aspetto va decisamente ricordato: soprattutto perchè l’ Italia ha enormi responsabilità nei confronti della scarcerazione e fuga di Olivera“.
Come documentato, tra l’altro, dal “Corriere della sera” nell’ottobre 2014, Jorge Olivera, da molti identificato nel 65nne Carlos Luis Malatto, da tempo vive tranquillamente ospite d’una parrocchia di Cornigliano, vicino Genova ( dove appunto Malatto svolge attività di sostegno sociale): la Cassazione, il 24 luglio 2014, con un incredibile “Caso Priebke alla rovescia” ha negato la sua estradizione in Argentina per «insussistenza delle condizioni», lasciando «stupiti» i rappresentanti dell’ambasciata.
“Siamo allora sicure – conclude la Catallo – che scrivere i versi di Marie Anne sui marciapiedi della capitale sia un primo atto di divulgazione della figura di questa giovane, alla quale il nostro Stato non ha dato giustizia dopo la morte”.
di Fabrizio Federici