Dopo la devastazione inflitta pressoché all’intera estensione delle palme che adornavano le vie e le piazze di Roma da parte del tristemente noto “punteruolo rosso”, è ora la volta di un altro tipo di attacco. Si tratta di piante parassite che avvolgono e strangolano il verde della Capitale formato soprattutto da quegli alberi di alto fusto che abbelliscono i viali e i giardini romani.
L’ attacco non coinvolge però, soltanto questi ma anche ciò che di vitale, di salutare, di ecologico e di verde esiste intorno. Ove vi è presenza sul terreno di questo tipo di attacco, ogni pianta preesistente viene aggredita e soffocata da una massa killer di fogliame che in breve tempo strangola con un abbraccio mortale tutto ciò che si erige in alto.
Il più bel naturale ornamento di Roma che è il rigoglioso verde pubblico che fa di Roma un giardino, sembra adesso sacrificato a causa dell’ incuria di coloro che dovrebbero provvedere alla sua manutenzione. Si tratta (non esclusivamente, è ovvio) di personale o di società, in appalto o in sub appalto, incaricate dal Comune soprattutto alla potatura dei rami più invadenti, ma che invece, per loro consueta indolenza, trascurano l’ incarico ad evidente sostegno della rigogliosa invasione di killer rampicanti che lavorano per loro.
Questi , infatti, in breve tempo avvolgono inizialmente i fusti imponenti e maestosi degli alberi più alti, i quali da soli, una volta aggrediti, nulla possono di fronte al soffocamento del tronco.
Una volta raggiunto un certo livello di affastellamento dei rampicanti, che a prima vista sembra perfino di maggiore gradevolezza, sarà proprio questo ad uccidere gli involontari ospiti, la cui morte di lì a poco si concluderà con lo sgretolamento del tronco e il relativo crollo sul terreno; crollo che coinvolgerà fatalmente le stesse piante killer. La foto in riquadro è più eloquente di qualsiasi spiegazione.
E così, per l’una o per l’ altra causa, l’ intero verde minacciato, è destinato a trasformarsi in una bruna distesa di tronchi e rami morti ricoperti di foglie secche.
Che fare allora? Sarebbe più che sufficiente dedicare un solo minuto a ciascun albero per recidere semplicemente alla base i lunghi e avvinchianti ramoscelli che salgono.
Per questa ragione, ma soprattutto per l’incuria manutentiva generalizzata degli addetti al verde pubblico, Roma, una delle città più verdi d’ Italia ed anche del mondo, sta diventando arida e grigia, così come potrebbe essere altrettanto dipinta l’ indolenza di quegli addetti alla manutenzione del verde pubblico stipendiati dalla P.A., ma che sembrano “a tutt’altre faccende affaccendati”.
Lo stato della coscienza ecologica, politica e della indifferenza di certe Autorità della P.A., responsabili dei parchi e del verde romano, si individua ovunque, ma più simbolicamente si riscontra con alberi troncati e invasione di rampicanti anche all’interno della recinzione dell’ Istituto per la Patologia Vegetale, vigilato dal Ministero dell’ Agricoltura, situato per chi volesse osservare lo spettacolo, tra via Bertero e viale Kant.
A simbolico commento dell’attività che l’ Istituto svolge, è come vedere un cacciatore nell’atto dello sparare, con un uccello posato in beffa sulla canna del fucile.