Sicurezza e stabilità, come obbiettivi realistici, per la tormentata area mediorientale e, piu’ in generale, tutta l’area mediterranea: da raggiungere, nei prossimi anni, lavorando soprattutto sui terreni di sviluppo economico e cooperazione energetica. Questo il tema del seminario che l’associazione “Prospettive Mediterranee” organizza, il pomeriggio di giovedì 23 aprile (ore 18), presso la sua sede di Via Ennio Quirino Visconti: in collaborazione con l’ EURISPES, il prestigioso ente di ricerca sociale presieduto da Gian Maria Fara.
“Un seminario, questo“, precisa Enrico Molinaro, presidente di “Prospettive”, “che vuol essere un momento di verifica della nostra “Road map”, delle discussioni intraprese con le istituzioni che han partecipato, due mesi fa (26-27 febbraio), al convegno internazionale da noi organizzato, insieme al Ministero degli Esteri, sul progetto d’un nuovo “Piano Marshall”, USA-UE, per il Mediterraneo e il Medio Oriente“.
Nato nel 2000 a Gerusalemme, per iniziativa appunto di Enrico Molinaro (già promotore dal 1994, nella città sacra a tre fedi, di varie ricerche interdisciplinari), l’istituto “Prospettive Mediterranee” da tempo promuove iniziative per il dialogo interculturale e interreligioso nel Mediterraneo, e soprattutto nello scacchiere mediorientale. Tipica del suo modo di lavorare è una prospettiva, da un lato, multidisciplinare. Dall’altro, di analisi critica dei modelli moderni di identità collettiva, rispettivamente “statalista” e “glocalista”. Quest’ultimo modello guarda ai problemi economici, sociali, culturali non dal classico punto di vista nazionale “orizzontale” affermatosi a partire soprattutto dalla pace di Wesfalia (conclusiva della Guerra dei Trent’anni del 1648): ma da un punto di vista “verticale”, o, meglio, trascendente i tradizionali confini statuali, e sovra o infra-nazionali (anche in relazione alla visione dell’Unione Europea come soggetto identitario indipendente dagli Stati membri).
In un’ottica “glocalista ante litteram” si mosse ad esempio, nell’antichità, un leader come Alessandro Magno, con l’idea d’una sintesi culturale ellenistica greco-persiana, aperta anche al “terzo elemento”, indiano. Al giorno d’oggi (esempio opposto), statalista è stato, invece, il leader israeliano Ariel Sharon. Uomo controverso, da alcuni ritenuto indirettamente responsabile (come ministro israeliano della Difesa, che coordinava le operazioni militari denominate “Pace in Galilea”)del massacro di Sabra e Chatila del 1982, operato da alcune formazioni libanesi cristiano-maronite; e dello scoppio, nel 2000, della seconda Intifada palestinese (per la passeggiata compiuta, da leader dell’opposizione israeliana, sulla Spianata delle moschee di Gerusalemme).Ma anche artefice, come Premier, del ritiro di Israele da Gaza (nel 2005, contro forti resistenze interne); e, da politico lungimirante, ideatore (poco prima della grave malattia del 2006, che l’avrebbe portato alla morte) d’un possibile ritiro anche da buona parte dei Territori occupati nel ’67. In quest’ottica, due mesi fa alla Farnesina esperti di geopolitica, economia e finanza, autonomie locali, politica energetica di tutta l’area euromediterranea si sono confrontati su come sviluppare l’integrazione tra i vari sistemi energetici, per favorire uno sviluppo sostenibile (esempio principe, tra Autorità Nazionale Palestinese e Stato d’Israele, a partire da Gaza reduce dalle distruzioni del 2014).
Ma per un’adeguata utilizzazione delle consistenti risorse naturali del Medio Oriente (vedi, tra l’altro, le nuove disponibilità di gas nel Bacino del Levante, accessibili ad Israele, Palestina e Paesi limitrofi), è indispensabile un piano infrastrutturale multilaterale, capace di garantire operatività, stabilità e sicurezza ad una rete integrata di infrastrutture di base (gasdotti, elettrodotti, telecomunicazioni, ecc…). Giovedì prossimo, dopo l’introduzione del presidente Molinaro, gli stessi esperti della Farnesina proseguiranno il dibattito iniziato a febbraio, all’insegna sempre della parola-chiave “Concretizzare” ( giovedì 14 maggio, un altro seminario di “Prospettive Mediterranee“, ricollegandosi sempre al convegno di febbraio scorso, farà invece il punto sulle politiche per il governo dell’immigrazione nel Mediterraneo). Tra i relatori, Michelangelo Celozzi, segretario generale di Med-TSO, realtà che raggruppa 19 società elettriche di 17 Paesi dell’area mediterranea. Seguiranno le conclusioni di Marco Ricceri, segretario generale dell’ EURISPES; e in ultimo, una degustazione di cibi tipici mediterranei ( anche questa, nel contesto d’una ricerca di “Prospettive Mediterranee”, sul bilanciamento naturale tra i 5 sapori fondamentali – e “identitari” – di cui l’uomo, a tutte le latitudini, ha bisogno per il suo equilibrio psico-somatico: salato, acido, amaro, dolce e piccante).
di Fabrizio Federici