“Mediterraneo chiama…Unione Europea risponde?” Questo ( parafrasando l’ironica espressione di Henry Kissinger di qualche anno fa, a proposito delle debolezza della UE come vero soggetto politico) il “sottotitolo” del seminario organizzato da “Prospettive mediterranee“, istituto da tempo attivo nella promozione di iniziative per il dialogo interculturale e interreligioso nel Mediterraneo, presso la sede di Via Ennio Quirino Visconti a Roma, in collaborazione con l’ EURISPES, l’importante ente di ricerca sociale presieduto da Gian Maria Fara. Tema: la sicurezza e la stabilità nel Mediterraneo, lavorando sui terreni, soprattutto, dello sviluppo economico e della cooperazione energetica. Seminario che si ricollegava direttamente al convegno internazionale organizzato il 26 – 27 febbraio scorso, sempre da Prospettive mediterranee, alla Farnesina, sul grande progetto d’un nuovo “Piano Marshall”, USA-UE, per Mediterraneo e Medio oriente ( con la partecipazione di esperti di tutta l’area mediterranea, e specialmente palestinesi e israeliani): appunto per verificare lo “stato delle cose”, e cercare di concretizzare i progetti messi in campo.
Al dibattito, aperto dal presidente di Prospettive Mediterranee, Enrico Molinaro, sono intervenuti esperti del settore, tra cui il coordinatore del Gruppo Reti Transeuropee e Politiche di Mobilità della Commissione e del Parlamento Europeo, Giampaolo Basoli, e il segretario generale Eurispes Marco Ricceri. Dalla discussione è emersa la conferma che, per la sicurezza energetica e il progresso sociale ed economico di israeliani, palestinesi e di tutta l’area mediterranea, è in dispensabile un progetto comune per lo sfruttamento delle risorse energetiche disponibili nell’area, come anzitutto i nuovi giacimenti di gas nella zona di Gaza Marine. Lo sviluppo economico dell’area implica tre filiere infrastrutturali e connesse tra loro (gas, energia elettrica e acqua): in cui è l’energia elettrica il vettore che consente l’utilizzo delle risorse comuni, permettendo d’ avere a disposizione acqua potabile attraverso il processo di desalinizzazione delle acque marine.
L’urgenza dell’attuazione del piano mediterraneo è stata sottolineata da Marco Ricceri: illustrando uno scenario che nei prossimi anni subirà un cambiamento radicale, a causa dello spostamento d’interesse verso i pozzi petroliferi individuati nell’Artico. Le ferrovie russe, infatti, stanno già realizzando nuovi collegamenti per raggiungere facilmente tale area, aiutati dal cambiamento climatico che, per effetto di più fattori ( come anzitutto l’inquinamento ambientale) oggi è in atto in gran parte degli emisferi Nord e Sud e in altre aree del mondo: il quale riduce sempre più i mesi di congelamento delle rotte.
La discussione ( il cui esito sarà riferito alle istituzioni dell’Unione Europea, ed in particolare all’Alto Rappresentante per la Politica estera, Federica Mogherini), s’ è conclusa ribadendo l’importanza dell’energia come strumento di integrazione dei sistemi infrastrutturali, necessari a loro volta per lo sviluppo socio-economico dell’area mediterranea e mediorientale: questo, anche per limitare il proselitismo dell’integralismo islamico. Altro importante momento di verifica e approfondimento sarà il prossimo seminario, indetto da Prospettive mediterranee per il 14 maggio, e centrato invece sulla possibile integrazione economico-finanziaria degli immigrati extracomunitari ; mentre a luglio si terrà in Emilia, a Salsomaggiore, la Seconda Conferenza internazionale su Sviluppo sostenibile e rafforzamento identitario ( sul piano etnico-linguistico, spirituale, gastronomico, ecc…) nel Mediterraneo, organizzata dal giornalista, collaboratore RAI, Massimo Massari, in collaborazione sempre con “Prospettive”.
di Fabrizio Federici