A Roma, in via Cassiodoro 1/B, in zona Prati, Al Cassiodoro, Centro di Cultura Calabrese, di cui è direttore artistico l’attore reggino Gigi Miseferi – vincitore della 5^ edizione del “Microfono d’Oro”, l’Oscar della Radiofonia Romana, per la stagione 2014/2015, e componente del famoso duo Miseferi&Battaglia del Bagaglino – giovedì 18 giugno scorso, dalle 18.30 sino alle 20.30 circa, si è svolto il primo evento letterario a battesimo dell’associazione con la presentazione – dopo il successo della prima – della seconda edizione di C’era un ragazzo che come me autobiografia del catanzarese, calciatore ed allenatore Fausto Silipo (Titani Editori).
Due brevi parentesi d’obbligo prima di raccontare come si è svolto il pomeriggio. La prima è pertinente alla nascita del progetto Al Cassiodoro, che deve l’appellativo non alla via in cui risiede ma ad una motivazione più nobile che ricade sulla scelta del nome del Senatore Cassiodoro da Squillace (CZ), statista e letterato – Cassiodoro oltre che essere riconosciuto per correttezza e agire politico quale Senatore a Roma, prima sotto il Regno degli Ostrogoti e successivamente sotto quello Romano d’Oriente (facendo trapelare i primordi di quell’asse “Calabria- Città Eterna”), gli si deve anche attribuire l’anticipo di quindici secoli per il cammino dell’unificazione delle culture e dei popoli europei (di cui è stato convinto animatore Papa Giovanni Paolo II). A Cassiodoro da Squillace si devono – al rientro nella Terra d’origine – la fondazione del Monastero di Vivarum ed un’importante Biblioteca con Scriptorum. Eccoli, quindi, i fisiologici legami con la Cultura, che è insieme estro e mission de Al Cassiodoro. Nota rilevante: si deve al contributo del Cav. Vincenzo Cortese, presidente dell’Associazione “Amici di San Francesco di Paola”, la sede a disposizione del centro, ubicata nel cuore di Roma.
La seconda parentesi, per ordine, spetta a Fausto Silipo, classe ’49, noto allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, nel ruolo di difensore, di cui si vuol dare qualche informazione ai meno fortunati che non hanno avuto modo di conoscere la sua attività nello sport. La carriera professionistica lo vede indossare le Maglie di tre gloriose Società: Catanzaro, Genoa e Palermo. Ha disputato tre Campionati in serie A, due col Catanzaro ed uno con il Genoa, collezionando complessivamente 65 presenze; in Serie B, le presenze sono 267; 15 le reti realizzate, di cui 2 con il Catanzaro e 13 con il Palermo. Silipo ha concluso la carriera di calciatore nel Castrovillari. In seguito, ha iniziato ad allenare nel settore giovanile Catanzarese. Ha guidato Catanzaro, Cosenza, Acireale e Cremonese in Serie B, oltre a svariate squadre in Serie C1 fra cui il Siena nella Stagione 1997-1998, il Crotone la stagione successiva, poi la Viterbese, il Pro Vasto, il Rende ed il Matera. Nel 2007 è stato Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di Beach Soccer.
E adesso passiamo alla cronaca (radio o tele? Streaming! – Mi sia consentita la scelta della natura della stessa che, per suggerimento impulsivo, sarà metafora viva del tema calcistico in itinere). Il fischio di inizio (a campionato concluso) è stato dato da Gigi Miseferi, accompagnato dal maestro Michele Ferrazzano (piano e tastiere), con le parole della canzone “C’era un ragazzo che come me”.
Avvio con la dovuta presentazione degli ospiti (in campo!): Fabrizio Failla, Rai Sport, Giuseppe Malara, Redattore Rai Tg1. Quindi, ecco il diagonale per il prologo di Riccardo Colao, scrittore, giornalista e responsabile della pubblicazione che ha raccontato l’aneddoto che ha sciolto il dilemma sul titolo dell’opera e i contenuti della biografia:” Nel pullman della squadra, quando i giocatori tornavano dalle trasferte, Fausto Silipo prendeva il microfono e cominciava a cantare, soprattutto canzoni di Gianni Morandi. Da questo l’incipit per il titolo del libro. Nel libro c’è il racconto dell’uomo, del padre di famiglia del nonno e non solo quello del giocatore, dell’allenatore. Storie di sport, di campioni, storie che emozionano tutti ”. (Goal!Primi minuti di gioco interessanti!). Si riparte. Retropassaggio a Gigi Miseferi, il quale palla al piede confeziona l’assist per Fausto Silipo, l’autore del libro “C’era un ragazzo che come me”, che esordisce con:”E’ più facile scrivere che parlare.”
E’ contento della presenza in sala dei suoi ex compagni di calcio: quelli del Palermo – finalista di Coppa Italia con la Juventus – Cesidio Oddi e Massimo De Stefanis; quelli del Catanzaro, Maurizio Gori e Roberto Vichi, con cui ha condiviso la gioia della Serie A e della seconda Promozione. Non manca il ringraziamento per i tifosi del Catanzaro e degli amici della Calabria con la schiettezza del “Io mi sento Calabrese dalla testa ai piedi”, ricordando orgoglioso di essere stato il primo catanzarese giunto in Serie A. Scorrendo fedelmente sui binari della sua autobiografia, mantenendo il possesso palla, presenta la nipote Greta con cui da vita ad un simpatico scambio di battute che solleticano il riso della platea (altro goal!). Ma il bello deve ancora arrivare. Dribbling e tocco delizioso a smarcare la professionatà del calciatore solo davanti all’emotività dell’uomo con la lettura da parte di Gigi Miseferi di un brano del libro, di quelle righe dell’infanzia, quelle righe in cui si parla del padre.”Ho sempre amato il calcio ballato dei brasiliani, quello allegro, agile, quasi che nasce sulle spiagge. Ho iniziato a subire il fascino laggiù, alla Stella. Avevo appena nove anni, nel 1958. L’anno dei Mondiali di Svezia (o Coppa del mondo Jules Rimet del 1958, a cui purtroppo l’Italia non partecipò!) che vinse proprio il Brasile contro i padroni di casa. Quella partita detiene ancora il record di reti segnate in una finale: ben sette; record del marcatore più giovane Pelé e del più longevo Liedholm (ndr. 29.06.1958 BRASILE – SVEZIA 5 – 2. Reti: 4′ Liedholm (SVE), 9′ e 32′ Vavá (BRA), 55′ e 90′ Pelé (BRA) , 68′ Zagalo (BRA) 80′ Simonsson (SVE)). Ebbene proprio in fondo alla Stella c’era la famiglia Squillace che possedeva il televisore, l’unico in una casa di quella ‘ruga’… La partita, per vederla, bisognava pagare come al cinema… Avverto ancora i brividi. Papà avresti voluto assistere anche tu. Grazie per non avermi privato dello spettacolo e della moneta per l’ingresso. Prenderne due, lo so, sarebbe stato troppo.”
Fausto Silipo si commuove. Spiegherà ai presenti che aveva rimosso molto dei suoi ricordi d’infanzia. Per questo anche la nascita del libro. Per rimettere insieme quell’intervallo perduto. Lui, per molto tempo, aveva considerato l’inizio della sua vita a partire dai 17/18 anni. Ciò, probabilmente, dovuto alla sofferenza di aver perso il padre quando era ancora bambino, a soli 12 anni. Silipo, parlerà della madre che non gli fece abbandonare il suo sogno sui campi di calcio ma che lo spronò a “prendere un pezzo di carta”. Così si ritrova il diploma del liceo artistico perché ha l’indole a dipingere, e il titolo dell’ISEF, che insieme al calcio, saranno la più grossa soddisfazione dedicata ai suoi genitori.(Tripletta!)
Il richiamo del Sud, è il calcio di punizione a ridosso dell’area piccola per Giuseppe Malara che sostiene che le emozioni di cui parla Fausto Silipo sono le emozioni di tutti coloro che “hanno vissuto e vivono il Sud”. Riprende la differenza tra la terra battuta dei campi di calcio del sud e l’erba dei campi di calcio del nord. Precisa quale fosse stato il ruolo di Fausto Silipo:”Giocava da libero. Nel calcio odierno questo ruolo non c’è più.” Sottolinea la suggestione di quanto sia difficile conseguire un sogno come il suo a Catanzaro.
Menziona anche l’altra suggestione sempre viva durante la carriera dello sportivo:”Questa voglia di tornare al sud, tipica della gente del sud.”. A questo proposito, per riassumere il senso di quello che scrive Fausto Silipo, cita Marcello Veneziani in Ritorno al Sud :”Il sud è la strada di casa e il calore materno delle origini… la credenza dei ricordi… un richiamo che ti porta a scendere”.
“La suddità!” come la etichetta Gigi Miseferi. Già, un’appartenenza che si fa passione: passione per la terra mai perduta e lontana, la stessa passione che attraversa l’essere sé stessi e meridionali e si fa ritorno alle radici. Il giornalista reggino termina con:“Credo che questo Paese di oggi abbia dimenticato le tante identità che lo compongono, bisogna riscoprire il fascino delle nostre identità: il valore aggiunto per proseguire il cammino e superare le difficoltà. In questo libro le identità ci sono: c’è l’identità di Fausto Silipo, del Catanzaro, del fare sport in Calabria – che è una cosa complicatissima.”(ed ecco il poker).
Il lancio lungo a scavalcare la retroguardia dello stato d’animo e continuità spaziale di uomini e terre del Mezzogiorno è per Fabrizio Failla. Il giornalista di RaiSport si fa vedere e la palla gli arriva dritta sui piedi:“Non si può scegliere dove nascere, io sono nato a Firenze. Ma si può scegliere dove avvertire le radici.” Il cronista, rammenta il favoloso mondo delle figurine, gli scambi per quelle introvabili o più preziose, quelle della raccolta dell’album della Panini per ogni campionato di calcio:“Si cresceva con l’Almanacco, la nostra bussola”. In quel periodo , il calcio non si vedeva in HD, lo si vedeva ascoltando la radio e, Failla continua con l’assegnare un’ammissione di colpa ai mass media:”Quando ho conosciuto Fausto ho visto che era esattamente come l’immagine delle figurine, lo stesso sorriso e lo stesso sguardo che faceva sentire subito tutti in famiglia. I campioni di un tempo non erano come quelli di oggi meno ‘fruibili’”(e cinque!).
E a proposito di radio, gioco fermo per salutare Massimo Ivan (Max) Falsetta il regista calabrese del film Onde Road (storia delle radio libere calabresi. La Calabria è stata la seconda regione d’Italia per il proliferare di radio libere. Lo scopo del film è rivivere quel periodo, come spunto di riflessione sugli attuali mezzi di comunicazione, dalle moderne radio – e web radio – ai social network. Un modo per riflettere sulla libertà d’espressione oggi, e sulle nuove generazioni.).
Parte (facendosi desiderare) la sigla del programma Tutto il calcio minuto per minuto con la performance di Miseferi interprete delle grandi voci di Roberto Bortoluzzi, Ezio Luzzi, Enrico Ameri e Sandro Ciotti che concedono uno scorcio di tempi andati e puro divertimento. Brevi palleggi di Silipo con l’episodio del derby in capo neutro con la Reggina che, nel libro, entusiasta asserisce:“Oggi i due club, Catanzaro e Reggina, sono gemellati. Dove non ha potuto la politica ha potuto il pallone!”.
Colao ha salutato l’Editore Aldo Primerano in sala, nominando l’edizione del primo numero della rivista del Catanzaro che uscì con la prima copertina di Silipo. Il direttore artistico, ha salutato Antonio Bartalotta, presidente di IPSE DIXIT – delegazione romana dell’Accademia del peperoncino, ricordandone l’evento “Peperoncino amore mio”(cena speciale del prossimo 24 giugno che da l’avvio ad un percorso enogastronomico e culturale tra i migliori ristoranti calabresi di Roma con l’obiettivo di creare una mappa per tutti gli appassionati del peperoncino e della buona cucina).
Siamo alla ripresa. L’incontro si gioca a centrocampo, che diventa teatro di una serie di passaggi a melina tra le vecchie glorie presenti per garantire un revival su match importanti e momenti decisivi così da non modificare l’allegro e familiare clima conviviale e ritardarne la conclusione. Maurizio Gori racconta del 27 giugno del 1971 allo Stadio San Paolo di Napoli (si giocò la terza ed ultima giornata del mini-torneo tra le tre squadre tutte a 47 punti, di cui solo due da promuovere in Serie A. In precedenza l’Atalanta aveva vinto 2-0 a tavolino contro il Bari e per 1-0 contro i giallorossi a Bologna; rimaneva questo spareggio tra Catanzaro e Bari per assegnare l’ultimo posto disponibile nella massima serie. La partita terminò 1-0 per il Catanzaro – che festeggiò quindi la promozione – con un gol all’80’ di Angelo Mammì.).
E’ il momento: si alza il baricentro. Si fa trovare pronto Roberto Vichi con qualche altro particolare sulla carriera di Silipo nel Catanzaro poi, con destrezza, serve Massimo De Stefanis al suo fianco, il quale prosegue con le rievocazioni dello spogliatoio del Palermo con un tiro cross per Cesidio Oddi che ne continua l’esperienza palla a terra. Si aprono praterie nel rettangolo di gioco: non mancano considerazioni degli ospiti (qualche traversa), altre letture tratte dal libro (qualche palo), aneddoti e ricordi di tifosi fra il pubblico (corner e tiri dentro l’area di rigore). Siamo agli sgoccioli e si gioca di rimessa ormai in questo pomeriggio che sta confermando una vittoria di misura agli organizzatori, al protagonista, agli ospiti, ai critici, agli ex compagni di squadra, agli amici, ai partecipanti tutti all’evento battesimo de “Al Cassiodoro”.
I minuti finali vedono la marcatura ad uomo su Fausto Silipo che conclude la presentazione del libro, della sua autobiografia, chiosando:”E’ il solo modo che avevo per ringraziare chi ha fatto conoscere la Calabria e il Catanzaro”. E’finita! Triplice fischio di Gigi Miseferi. Applausi da stadio per festeggiare il campione, uomo in mezzo agli uomini.
La cronaca termina qui, con la conclusione di aver vissuto un simpatico pomeriggio in cui padroni di casa ed ospiti hanno schierato bene gli uomini in campo formulando uno schema tecnico-tattico vincente: bel pressing e bel gioco che alla fine ha fatto la differenza e ha condotto al risultato. E’ il caso di dire che in circostanze come queste non c’è classifica o massima serie che tenga.
Le interviste del dopopartita non mancano e fluiscono volontarie dichiarazioni, quali per esempio quelle di sostenere che c’è chi conserva la sua storia nella terra o, invece, chi la porta nel cuore e la ritrova nei luoghi e negli incontri che la vita gli regala ogni giorno: due punti di vista apparentemente agli antipodi che sono più che mai legati a filo doppio dallo stesso sentimento, dalla stesso affetto, dallo stesso bene. A dar man forte ai suddetti pensieri, un’anonima riflessione sovviene calorosa dall’antica Kroton, la terra di Pitagora, nel libero sound degli Hantura – gruppo di musica etno-popolare – che spontaneamente stornellano “L’uomo grida dovunque la sorte d’una patria: noi la racconteremo e canteremo sempre, affinché potremo ancora riportare al Sud quanti tuttora ne sono lontani. D’altronde si torna al Sud come si torna all’amore…” (Fonte: Profilo Facebook Hantura – interessi -)
Mentre alla domanda “Ma in quale porta sono stati segnati i goal?” L’opinione è senza ombra di dubbio univoca: non c’erano porte avversarie in questo incontro amichevole. Questa partita l’ha vinta lo Sport, già quello di una volta fatto di passione, polvere e sogni, zuppo di dedizione, sacrificio, rinuncia, attestante altruismo e generosità, all’insegna di doti e virtù prima degli uomini e poi dei campioni, dei professionisti, dei calciatori. Senza nulla togliere a chi coadiuvava a bordo campo o partecipava sugli spalti. Quello Sport che correva in campo parallelamente alla Vita. Realtà e magia che non sono più dei nostri tempi – e senza cercarne colpe e additarne colpevoli per evitare di ricadere nell’abusata dietrologia – è preferibile scegliere di soffermarsi a ricordare il passato e a metterlo in pratica nel presente. Riportare in auge il modello dello Sport Istruzione, Formazione, Guida alla Vita. Buoni esempi e opportunità concrete non mancano per mettere in piedi sano futuro.
Maria Anna Chimenti
Fonte Dr. Riccardo Colao responsabile pubblicazione http://www.catanzarotv.it/cultura/722-silipo-e-il-catanzaro-c-era-un-ragazzo-che-come-me.html
Per ricevere “C’era un ragazzo che come me” di Fausto Silipo: info@titanieditori.it
Fonte foto Profilo Facebook Gigi Miseferi https://www.facebook.com/gigi.miseferibis?fref=ts
Fausto Silipo https://it.wikipedia.org/wiki/Fausto_Silipo
Promozione in A del Catanzaro http://www.storiedicalcio.altervista.org/mammi_angelo_catanzaro.html
Hantura https://www.facebook.com/hanturafanspage/info?tab=page_info