La poesia è uno dei mezzi più utilizzati per far parlare la propria anima, attraverso parole in rima o libere le emozioni prendono forma.
Benedetta Giovannetti esordisce con una sua personalissima raccolta di pensieri dal titolo Morgane’s Lullaby, dove il tema centrale è l’amore.
Il libro con le sue pagine ocra è un susseguirsi di pensieri, delle volte si trovano anche pagine di poesie che tendono a far riflettere sull’amore e le sue misteriose sfaccettature. La poetessa, classe 1978 si avvicina alla scrittura in un momento molto particolare della sua vita, intervistata per l’occasione ecco cosa racconta.
Come nasce la raccolta poetica Morgane’s Lullaby?
La raccolta nasce in primis dall’ascolto di una canzone Roulette dei System of a Dawn che è anche il primo brano presente nella raccolta, si parla di un amore celato nascosto e mi sono chiesta cosa sarebbe successo se due anime gemelle si incontrassero e una delle due decidesse di parlare all’altra senza però avere la certezza di essere sentita.
Il tema centrale è l’amore: come pensa sia vissuto l’amore oggi e come sono cambiate le cose nel tempo?
Sicuramente rispetto al passato l’amore oggi è cambiato, forse si dà più per scontato, forse si prende un impegno con l’altro pensando che tanto ci si può lasciare. Per me l’amore è sempre stato dare tutta me stessa al cento per cento, amando l’altro nel bene e nel male ma oggi non sempre le cose vanno così..
Quale posto ricopre la poesia nel mondo d’oggi?
Di sicuro non sempre viene apprezzata come nel passato, anche perché rispetto ai grandi poeti del passato si è anche evoluta stilisticamente, e contenutisticamente.
Cosa bolle in pentola per il futuro?
Tante storie ancora, che spaziano dal fantasy, al giallo al noir, al romantico, sto scrivendo due gialli e devo finire una fantasy e altre storie che sono nel mio pc in attesa di essere finite.
È possibile acquistare Morgane’s Lullaby sul sito http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=992284
Una poesia segnalata dall’autrice.
Perché con lui? Perché? Cosa aveva più di me?
Vivevo per te, scrivevo per te, componevo per te.
Per quella tua voce da angelo, per quel tuo corpo che si muoveva sinuosamente sul palco della melodia delle mie note, per quei tuoi capelli lunghi e neri che contrastavano con la tua pelle bianca di porcellana.
Eri la mia musa, non ne ho mai fatto mistero, ogni canzone parlava di te e del mio amore per te.
Non riuscivo a dirtelo a voce e così scrivevo.
Ci ho fatto quattro album su di te, ed una parte di me vorrebbe farne ancora.
Invece…
Invece ti ritrovo sposata di nascosto con uno che di musica non ne concepisce un fico secco, ti ritrovo madre dei suoi figli…
Un figlio.
Sarebbe potuto essere nostro.
Prendere i miei occhi e la tua pelle, oppure sarebbe stato un mix perfetto di noi due, senza prendere necessariamente qualcosa di specifico dell’uno o dell’altro. Sarebbe stato nostro.
Avrebbe svegliato noi nel cuore della notte.
Avremmo fatto a turno per accudirlo ed io oltre che per te avrei scritto anche per lui, per quel piccolo miracolo frutto del nostro amore.
Nostro. Mio e tuo.
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