Che senso ha oggi, – si domanderanno i più – in tempo di repubblica, ahimè, con la “r” minuscola, parlare e discorrere di nobiltà? Un senso, ovviamente, ce l’ha, ed è un senso profondo che andrebbe meglio meditato. Al di la della retorica storica o peggio, politica, sulle classi dirigenti di un tempo, costituite, dalla nobiltà feudale e patriziale, e sul potere e l’influenza di chi – almeno in gran parte – oggi non ne ha più, trattare di Nobiltà adesso, è certamente un valore. La nobiltà, infatti, è legata a valori eterni e intramontabili, quali l’esercizio della Virtù e del merito, che ben dovrebbero essere compresi e praticati, soprattutto oggi, da molti nostri amministratori pubblici e privati. E, sopratutto, rivalutati dall’assetto politico istituzionale repubblicano. Non di apologia monarchica, dunque, ma di cultura si è trattato venerdì 26 scorso, quando l’Istituto internazionale di diritto nobiliare storia ed araldica di Viareggio, in collaborazione con la Commissione nazionale italiana per l’Unesco, la Presidenza dell’Assemblea capitolina, l’Ateneo pontificio Regina Apostolorum , l’Associazione cavalieri di San Silvestro e l’Accademia bonifaciana di Anangi, hanno presentato nella sala protomoteca del Campidoglio, il IV convegno di studi sul diritto nobiliare dal titolo :“Nobiltà Civica e Patriziato” . Un evento culturale di rilievo nazionale, che è rientrato a pieno titolo nell’intento di valorizzazione storica delle famiglie che:«hanno contribuito a costruire la bellezza storico artistica delle nostre Città», come ha sottolineato l’On. Daniela Tiburzi, proprio nel periodo in cui Roma, ospita il mese internazionale della cultura.
Tra gli interventi degni di nota quello dell’ambasciatore Lucio Alberto Savoia (Unesco), e quello di Ottaviano de’ Medici di Ottajano, principe di Toscana che ha edotto l’auditorio su una convenzione, stipulata dall’Unesco nel 2003, riguardante la tutela delle tradizioni nobiliari, come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Il prof. Enrico Spagnesi dell’Università di Pisa ha presentato una relazione dal titolo “la nobiltà feudale come modello di nobiltà civica”, mentre l’Avv. Giovanni Mascioli Presidente dell’Unione giuristi cattolici di Tivoli, ha relazionato sulla nobiltà tiburtina. “Il patriziato genovese” già tesi di perfezionamento in Diritto nobiliare e scienze araldiche del medico genovese Fernando Piterà di Clima è stata presentata con stemmi delle antiche famiglie della gloriosa Repubblica marinara. Andrea Borella direttore ed editore dell’Annuario della nobiltà italiana, ha relazionato sulle grandi stirpi romane, mentre il Prof. Raffaello Cecchetti dell’Università di Pisa ha relazionato sulla “Nobiltà Ionica”, il barone Ettore Gallelli Benso presidente dell’Unione della Nobiltà d’Italia ha presentato il Calendario d’Oro 2015 e la dottoressa Claudia Napolitano responsabile della Pisa University Press ha presentato gli Atti del III convegno di diritto nobiliare tenuto dall’Istituto lo scorso anno, dove sulla copertina è raffigurato Carlo Lodovico di Borbone Parma Duca di Lucca, con all’interno del testo una accurata trattazione del Patriziato lucchese con gli aggiornamenti genealogici fino ad oggi a cura del marchese Emilio Petrini Mansi della Fontanazza.
Tra i numerosi partecipanti, soci, studiosi, amici e simpatizzanti, vari rappresentanti del clero romano come mons. Luigi Francesco can. Casolini rettore della Basilica di San Silvestro in Tivoli e mons. Paolo Cartolari. Vari i rappresentanti dell’aristocrazia romana e non solo, tra cui S.A.S. Don Maurizio Ferrante Gonzaga del Vodice, capo storico della Casa ducale di Mantova, i principi romani Luigi e Orietta Boncompagni Ludovisi Rondinelli Vitelli, Josephine Borghese, il principe napoletano Stefano Pignatelli di Cerchiara e Pier Luigi Brancia d’Apricena, i siciliani Danilo Moncada Zarbo di Soria e Giuseppe Grifeo di Partanna, Carlos Canevaro dei duchi di Zoagli, la contessa Anna Teodorani Fabbri Serbelloni Pozzo figlia di Rosa Mussolini, il barone Fabrizio Mechi, il marchese Giuseppe Ferrajoli di Filacciano, il N.H. Danilo Giovanni Maria Bucciarelli, il N.H. Mattia Corsetti, il conte Guido Anzilotti con Chiara Andreucci assieme alla figlia Valentina, N.H. Paolo Rivelli Gr. Uff. O.E.S.S.G. e presidente real Circolo Francesco II di Borbone, il barone Antonio Bellizzi di San Lorenzo, il N.H. Fabio Cassani Pironti, il N.H. Alfonso Marini Dettina, il Marchese Giovanni Nicastro Guidiccioni discendente della storica famiglia patrizia lucchese, la contessa Katia Ferri Melzi d’Eril dei Duchi di Lodi, lo storico dell’arte Carlo Sportelli, Patrizia Cermignani e Marica Di Santo. Presenti anche alcuni rappresentanti dell’arte pietrasantina come Diego Bovecchi titolare della galleria Open One con Fiammetta Galleni e lo stilista astrologo Massimo Bomba e l’attrice di teatro Giusy Ginger. Particolarmente emozionante il riconoscimento consegnato dal delegato dell’Istituto viareggino per Roma, barone Patrizio Imperato di Montecorvino, al giovane Antonio Treglia, sottocapo di 3cl. che ha salvato varie vite dal nubifragio che ha colpito la città di Peschici nel settembre dello scorso anno.
M.I.F